Questa appena passata, è stata davvero una settimana incredibile. Nonostante i miei sbalzi umorali e un po’ di delicata malinconia, che ha ricoperto come polvere, tutti i mobili di casa, i miei libri, gli spazi nei quali vivo, respiro e ogni notte muoio, sono successe delle cose belle. Tre eventi in particolare, sono riusciti a spazzar via un po’ di quella polvere di cui parlo, un po’ di quella pesantezza del cuore che a volte ci blocca nelle azioni quotidiane.
Il primo evento è stato, e ne ho già parlato, l’uscita dell’autobiografia di Woody Allen sulla quale non mi dilungherò ulteriormente. Il secondo, presentatosi qualche ora più tardi, è stato l’annuncio di un racconto inedito di Italo Calvino Flirt prima di battersi, pubblicato in esclusiva su Robinson, il settimanale culturale di Repubblica. Per uno come me, che da anni aspetta di scoprire se da qualche parte, tra le carte del celebre autore, ci sia traccia della sesta lezione preparata dallo stesso per le Poetry Lectures dell’università di Harvard e apparentemente mai realizzata, capirete che questa è stata quella che può esser chiamata una notiziona.
Apro una breve postilla. La sesta lezione di cui sopra, fu intitolata da Calvino: Coerenza. Potrebbe essere stato, il centro di questa lecture, proprio questa relazione coerente che si crea tra il lettore e lo scrittore, tanto da far sì che il primo continui ad attendere le manifestazioni del suo eroe anche a distanza di anni dalla sua morte? Me lo chiedo perché è proprio quello che ho provato, legame e coerenza, quando ieri, sempre sul sito di Repubblica, ho ascoltato all’interno di un video dell’evento Salone di Torino Digitale, Antonio Manzini leggere il primo capitolo di Riccardino, l’ultima avventura del Commissario Montalbano che sarà pubblicata più o meno a un anno dalla morte di Andrea Camilleri. Questo è appunto il terzo evento che, con un soffio ancor più forte degli altri, ha definitivamente fatto sparire tutta la polvere…e mi ha fatto anche versare qualche lacrima, per essere onesti.
Il legame che ho con questo autore è molto particolare. Nel duemilaquindici, quando l’allora mia moglie rimase incinta, io che stavo vivendo un momento particolarmente difficile, mi innamorai della scrittura di Camilleri, che non avevo mai letto prima, e acquistai (di conseguenza lessi) in un sol colpo tutta la collezione dei libri di Montalbano, che poi purtroppo, per problemi di spazi e traslochi transoceanici, all’epoca ero residente a Chicago, ho dovuto a malincuore rivendere. Persi talmente la testa per questo scrittore e per i suoi personaggi, che proposi e ottenni, visto la bellezza del nome, di chiamare nostra figlia Livia, come l’eterna fidanzata del famoso commissario. Così ieri, ascoltando la voce di Manzini e le parole del Maestro Camilleri, sono stato catapultato dentro quel mondo, nel quale non entravo dall’uscita dell’ultimo romanzo della serie, e mi sono commosso. È stato un momento molto toccante, coerente, con un periodo e una scrittura che mi hanno particolarmente sfiorato il cuore. Finito il video, la smania è salita ancora di più, la voglia di leggere quelle pagine mi provoca tutt’ora una strana e piacevole emozione, come se tra quelle parole che saranno pubblicate, ci sia nascosto anche il mio futuro stesso.
Mi è successo varie volte di assistere a uscite postume e oltre le solite polemiche che aleggiano intorno ai sensazionalismi del momento, del tipo: ma sarà davvero una sua opera? La cosa mi ha sempre affascinato. Mi successe tanti anni fa con il romanzo Vero all’alba di Ernest Hemingway e parlando di musica, con Free as a bird dei Beatles. Ed è proprio sulle parole del brano dei Fab Four che concludo questo pezzo, perché da un lato sono coerenti con l’amore che provo per centinaia di autori che non ci sono più, come quelli elencati sopra, dall’altro, mi sembra di buon auspicio per la riapertura di domani proposta dal governo: Can we really live without each other?