Io me lo immagino Botticelli mentre dipinge la sua Nascita di Venere. Ce lo vedo davanti alla tela bianca mentre visualizza il suo capolavoro, mentre definisce la struttura mentale del disegno, dei personaggi, della filosofia che gravita intorno a coloro che saranno successivamente presenti nel quadro. Mi immagino lo sforzo mentale nel realizzare l’opera commissionatagli e la pressione positiva, vista la moltitudine di geni che gravitano intorno alla città di Firenze in quegli anni, che gli permetterà di mettere tutta la sua sapienza e la sua arte nel realizzare la magnifica tela che tutti noi abbiamo ammirato o potremmo ammirare in futuro. Me lo immagino mentre magari elabora qualcosa di letto, qualche trasposizione scritta del mito, magari le Stanze del Pomiziano o le opere di Ovidio, quelle di Omero o il De rerum natura di Lucrezio. Ce lo vedo che decide – Qua ci metto Zefiro, qui vicino invece ci metto Venere, sulla conchiglia… – e così via per tutti i personaggi. Elaborazioni mentali che a noi sembrano semplici, ma che in realtà sono incredibili, tanto complesse che il risultato finale, ciò che chiamiamo La nascita di Venere in realtà non è la sua nascita ma il suo approdo a Cipro. Già questo dovrebbe dirci quanto noi, spettatori di una produzione artistica sempre più rara ai giorni nostri, siamo distanti non solo dal lavoro del Botticelli ma anche dai suoi processi mentali.
Io me lo immagino anche dopo, una volta finito il quadro, seduto sullo sgabello, indubbiamente insoddisfatto ma certamente appagato per il risultato dello sforzo immane. Me lo immagino mentre si complimenta con sé stesso e magari sperimenta anche qualche orgasmo mentale, tanto soddisfacente è il prodotto della sua fatica. Ce lo vedo mentre si asciuga il sudore, ripone i pennelli, spenge la candela e va a dormire soddisfatto del proprio lavoro, incosciente del fatto che in futuro, milioni di persone si innamoreranno del suo quadro e della sua Venere. Ce lo vedo mentre si adagia sotto le coperte stanco, che chiude gli occhi e sogna colui che gli ha commissionato il lavoro pagargli l’opera e complimentarsi, senza immaginare però, che secoli dopo il mondo intero conoscerà quel quadro, che la sua opera non diventerà solo un elemento decorativo di una residenza, ma il simbolo di un’epoca, di una città, addirittura di un paese e della sua cultura.
Arriviamo ai giorni nostri. L’arte e la cultura nel nostro secolo fanno una fatica incredibile a mantenersi in vita, ignorati completamente dai governi di destra e sinistra indistintamente e anche dal popolo. La cosa è diventata talmente evidente e paradossale, che basta un semplice piccolo esempio, ad illustrarla. In questi giorni si parla della Nascita di Venere del Botticelli, non per la sua bellezza, non per il messaggio che veicola, non per la cultura che impregna e il lavoro dell’artista, ma semplicemente perché essa, si è fatta un selfie con Chiara Ferragni.
Ma porca troia, è possibile che quella maliziosa di Venere per altro tutta nuda, simbolo e espressione di una bellezza dei secoli passati, abbia voluto per forza apparire in uno scatto insieme a quell’espressione di bellezza e cultura moderna che è Chiara Ferragni? È possibile che la Venere del Botticelli debba per forza, dopo aver ammaliato e affascinato milioni di visitatori del celebre museo degli Uffizi, entrare nel mainstream apparendo su tutti i social, insieme a quel mito moderno della Ferragni?
No questo è inaccettabile cara Venere non te la perdoniamo proprio, ci hai traditi noi che siamo stati tuoi seguaci e innamorati…follemente innamorati. Ma non ci hai traditi perché dopo esser sopravvissuta a secoli e secoli di vita terrena e dopo esser stata ammirata e amata da milioni di persone, sei ricorsa ad un simile stratagemma per attrarre ancora l’attenzione su di te, in particolare di coloro che non ti hanno mai vista. Non ci hai traditi nemmeno perché ti sei voluta per forza mostrare, tradendo così la natura così discreta che il tuo creatore ti aveva dato. Non ci hai traditi perché hai urlato ancora: io esisto! E così facendo hai ribadito ancora una volta l’esistenza di chi ti ha creato…ci hai traditi perché lo hai fatto male stavolta…che dolore vederti ridotta a ingenua comparsa di polemiche sterili tu, che della cultura sei sempre stata stendardo, oggi diventi mera comparsa e testimonial dell’inutilità da essa acquisita agli occhi del popolo del web.