È il primo di agosto del settantaseiesimo anno del secolo scorso e ci troviamo in Germania sul circuito del Nürburgring. Alle ore tredici e trenta, di un caldo primo pomeriggio estivo, subito dopo un intenso acquazzone, parte la decima gara del Mondiale di Formula uno. È una stagione intensa quella di questo anno, la rivalità tra James Hunt e Nicky Lauda è arrivata al climax, soprattutto a seguito della squalifica assegnata al primo (Hunt) durante il Gran Premio di Spagna, a causa di un difetto nella sua monoposto, che lo ha visto perdere momentaneamente la vittoria in favore del secondo (Lauda), per poi vedersela restituire un paio di mesi dopo, a seguito del ricorso della McLaren.

È quindi uno di quegli anni in cui, il carrozzone della Formula uno gode di una intensità maggiore proprio grazie a questa rivalità, come è già successo precedentemente e come succederà anche negli anni a venire con altre coppie di piloti. Per questo motivo, sono in tanti davanti alla tv, in attesa di vedere quello che succederà nelle successive ore di gara. Il Mondiale sembra già avere un vincitore, è lo stesso dell’anno precedente, Lauda, che ha già vinto cinque gran premi (Hunt soltanto due) e che ha già dimostrato ampiamente le sue incredibili doti di pilota.

I piloti partono e Lauda ha subito alcuni problemi, ha infatti optato per gomme da pioggia, visto il precedente temporale. Di conseguenza già dopo il primo giro ha perso diverse posizioni rispetto ai piloti con pneumatici slick. Si ferma a cambiarli e riparte a gran velocità cercando di recuperare, ma alla curva del Bergwerk succede l’imprevisto. La poca aderenza fornita dalle gomme ancora fredde su un tratto di asfalto bagnato, gli fa perdere il controllo della propria vettura che si scontra con una roccia a lato del circuito e termina la sua traiettoria nel mezzo della pista. Lauda all’interno dell’auto, privo di casco, essendosi scalzato durante l’urto, non ha nemmeno il tempo per rendersi conto di quello che sta succedendo, il fuoco, causato da una fuoriuscita del carburante, lo circonda e rimane intrappolato tra le fiamme. L’Italiano Arturo Merzario pilota del Walter Wolf racing team, insieme ad altri piloti, corre ad aiutarlo ed è lui che lo estrae dall’abitacolo in fiamme e lo salva. Lauda viene immediatamente portato in ospedale, mentre Hunt taglia il traguardo. Le sue condizioni rimangono critiche per giorni, non solo per le ustioni di terzo grado subite, ma per aver inalato i fumi della benzina che possono danneggiare i suoi polmoni e il sangue con conseguenze letali. Solo cinque giorni dopo è dichiarato fuori pericolo e passata una settimana dall’incidente lascia l’ospedale di Mannheim per trasferirsi in un centro specializzato per le grandi ustioni.

Enzo Ferrari si adopera da subito per sostituirlo ma Lauda che non vuole assolutamente mollare e che comincia a riprendersi, fa di tutto per tornare in pista al più presto. Dopo solo quarantadue giorni dall’incidente, riesce a tornare al volante in occasione del Gran Premio d’Italia. Hunt ha già recuperato l’ampio margine che Lauda aveva creato durante le prime nove gare. Le condizioni di Lauda sono ancora precarie ed è i tecnici si trovano costretti a modificare il suo casco togliendo parte dell’imbottitura, per evitare lo sfregamento delle ferite facciali non ancora rimarginate e il conseguente sanguinamento di esse. Lauda seppur martoriato dalle ferite, alcune addirittura ancora sanguinanti, e dal fatto che, a causa dei postumi dell’incidente, le palpebre non gli offrano una visione totalmente corretta, giunge quarto in gara. Da quel momento, il duello con Hunt prosegue fino all’ultimo Gran Premio con Lauda che perde il titolo solo per un punto. Poco male ne vincerà uno per mezzo punto di vantaggio sul suo compagno di squadra Alain Prost “Il professore” nell’ottantaquattro del secolo scorso.

Il mondiale del settantasei resterà comunque quello che lo segnerà a vita, viso martoriato e cappellino rosso in testa compresi, fino alla morte, un anno fa. Di questo grande pilota, ci resta, oltre la sua bella carriera dentro e fuori pista, questa sua massima: “Preferisco avere il mio piede destro piuttosto che una bella faccia”. Che possiate conoscere i vostri limiti e i vostri punti di forza come sapeva farlo quest’uomo è il mio augurio di buone vacanze.