Uno degli uomini del quale seguo, praticamente ogni giorno da più di dieci anni a questa parte, le evoluzioni mentali è Elon Musk. Di lui si sa molto e allo stesso tempo si conosce veramente poco. Stravagante e sfuggente da un lato, uomo dei social dall’altro, sa dosare bene dichiarazioni sorprendenti con successi tecnologici non indifferenti. Uomo d’affari intelligente, svelto di mente, con una padronanza incredibile degli strumenti di comunicazione odierni, un giorno ci dice che: le piramidi sono costruite dagli alieni, un altro invia due astronauti sulla stazione spaziale internazionale. Un giorno vende milioni di auto Tesla, un altro pubblica un twitter mirato per fare aumentare il valore delle azioni dell’azienda. Si chiama Insider trading, utilizzare informazioni delle quali si è a conoscenza per modificare gli andamenti del mercato, ed in America è un reato federale, ma lui fa il vago non lo sa e a me fa ridere, perché anche chi non conosce l’Alta Finanza, ma ha visto quel gran filmone di Oliver Stone Wall Street (1987) con un fantastico Michael Douglas nei panni di Gordon Gekko o il più recente The wolf of Wall Street (2013)di Martin Scorsese con Leonardo di Caprio che interpreta magistralmente Jordan Belfort, lo sa.
Intanto lui, che apparentemente dorme meno di quattro ore al giorno e passa gran parte del tempo a spostarsi da un angolo all’altro del globo, muove le sue pedine su più fronti interessandosi dei problemi chiave di questo presente e del prossimo futuro. Space X per i viaggi nello spazio, Tesla per le auto elettriche e a guida autonoma, Solar City per lo sviluppo e la sperimentazione di grandi batterie a energia solare, The boring company per la costruzione dei tunnel sotterranei, che nel prossimo futuro dovrebbero servire a ridurre il traffico sulla superficie terrestre e nelle città, Hyperloop progetto per sviluppare treni ad alta velocità per il trasporto di merci e persone, Neuralink che si occupa dello sviluppo di neuro-tecnologie e Open AI che si interessa degli studi sull’Intelligenza Artificiale.
Leggendo questo piccolo paragrafo capite bene perché i recenti film della Marvel su Iron Man, si ispirano a quest’uomo per il ruolo interpretato da Robert Downey Junior. Quello di cui vi parlo oggi però non è l’uomo in sé stesso, per questo vi rimando alla bella Biografia scritta qualche anno fa da Ashlee Vance che ne ha dipinto un ritratto, a mio avviso molto fedele, oggi vi racconto di Neuralink e Open AI.
Il buon Elon come ama chiamarlo Marco Montemagno, qualche anno fa si rese conto che l’Intelligenza Artificiale si stava sviluppando a vista d’occhio. Non ci mise tanto a scoprirlo, essendo tra i fondatori di Paypal è da sempre al centro della Sylicon valley, e un uomo dal cervello veloce come il suo, queste cose le intuisce in fretta. Quello che forse, almeno all’inizio non aveva capito, è che internet avrebbe garantito la raccolta di una quantità incredibile di dati, il vero oro moderno, benzina per lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale.
Perché benzina? Ve lo spiego velocemente. L’Intelligenza Artificiale attualmente si sviluppa su due binari. Nel primo caso, si inseriscono nel computer milioni di dati ed esso apprende in funzione di essi. Questo è il binario più percorso, quello più facile da perseguire, proprio per via dell’incredibile quantità di informazioni recuperabili oggigiorno. Il secondo binario prevede l’apprendimento automatico, non c’è bisogno di un enorme quantitativo di dati per questo, si da al computer una regola e lui apprende in funzione di quella, da solo. Ovviamente perseguire questa seconda via è più difficile, immaginate che attualmente l’unica “macchina” capace di apprendere in questo modo è il cervello, consideratelo quindi come il Santo Graal di coloro che si occupano di Machine Learning.
Elon è andato oltre tutto questo ponendosi una domanda molto cara agli amanti di Matrix (1999): E se le macchine diventassero più intelligenti dell’uomo? Per cercare di prevedere una soluzione a questo problema, si è mosso in due direzioni. Da un lato, attraverso Open AI, ha messo un po’ di energie nello studio della ricerca sull’Intelligenza Artificiale, dall’altro con Neuralink, che ricordo sviluppa neuro-tecnologie, ha messo un sacco di energie nel Brain Machine Interface. Di questa ultima famiglia fanno parte tutte quelle apparecchiature che possono essere applicate direttamente sul cervello per farlo interagire, per esempio, con protesi meccaniche per gli arti, retine artificiali e computer. Il motivo del suo interesse in queste due ricerche? Potenziare il cervello umano per far sì che le macchine non prendano il sopravvento.
Perché scrivo tutto questo? Negli altri post vi ho consigliato qualche libro, molti film, della musica, ricette, ma da uomo di scienza credo di avere il dovere di suggerirvi anche qualche persona interessante da tenere d’occhio, può essere utile a capire al meglio il nostro presente. È importante, seguire quello che quest’uomo combina, è una macchina generatrice di futuri.