Succede di notte. Qualcuno si avvicina ai cavalli che riposano tranquilli nei recinti o nelle loro stalle, silenziosamente, armato di coltello o bisturi e infligge loro ferite. In alcuni casi pratica tagli superficiali, talvolta ferite profonde anche dieci centimetri e lunghe trenta, più raramente vere e proprie mutilazioni come il taglio di un orecchio, l’asportazione di un occhio o l’amputazione dei genitali.
Sono quasi cinquanta gli esemplari che sono stati aggrediti nel corso degli ultimi mesi e, nei casi delle mutilazioni, qualcuno degli animali, come conseguenza alle grandi perdite di sangue, è morto. I crimini non sono localizzati in un’area, si sono verificati in molte zone rurali della Francia, spesso anche molto distanti tra di loro. Gli allevatori sono allarmati, impauriti, disorientati, giustamente direi e da qualche giorno in Francia si parla di una vera e propria psicosi. Cercano di trovare informazioni sul web, usano i social per collaborare tra di loro e aiutare la Polizia a scoprire chi compie questi orribili gesti, organizzano ronde notturne, ma per ora nessuno dei responsabili è stato identificato. Tutto lascerebbe pensare che dietro a questi orribili gesti, non ci sia sempre la stessa mano e che più persone siano coinvolte, vista la frequenza e la distanza tra le zone colpite. Anche alcune testimonianze oculari, che hanno portato alla realizzazione di diversi identikit, di individui che son stati visti aggirarsi intorno ai luoghi delle aggressioni, ricondurrebbero a persone diverse.
Inizialmente gli inquirenti hanno pensato a episodi di vendetta, sgarri tra allevatori e più in generale al giro delle scommesse clandestine, ma essendo stati colpiti anche animali di persone che non sono coinvolti nelle gare ippiche, questa pista è stata velocemente abbandonata. Per un certo periodo, anche l’idea che le aggressioni fossero il risultato di qualche sfida o bravata degli utenti del web, ha accarezzato la mente degli inquirenti, ma la completa mancanza di video sui social, che riconducessero ai violenti episodi e il loro intensificarsi nelle ultime settimane, nonostante i sempre più fitti controlli da parte delle forze dell’ordine e degli allevatori, ha fatto accantonare anche questa ipotesi.
Attualmente la pista più battuta è quella della stregoneria e questo può sembrare indubbiamente assurdo. I numerosi atti di violenza verso gli equini, sono infatti avvenuti in regioni note, per la presenza sul territorio di piccole sette sataniche e per esser state teatro in passato, di profanazione di tombe e messa in atto di cerimonie occulte di vario tipo. L’ipotesi è che i macabri rituali vengano portati a compimento per far sì che l’artefice, acquisti la forza e la protezione dell’animale, per immunizzarsi dalla sfortuna, dal malocchio, dalla morte e dal diavolo in persona. Interessante è anche il fatto che le regioni colpite corrispondano tutte a zone della Francia, che in passato sono state classificate, in alcuni studi di Antropologia Culturale portati avanti da Bronislaw Malinowski, come le aree dove la stregoneria era più praticata (Magia, scienza e Religione, 1945).
Il fatto che questi macabri rituali si verifichino durante un anno come questo, ricco di episodi negativi e di problematiche profonde che stanno affliggendo il genere umano, mi fa riflettere. Stiamo assistendo, in questo periodo un po’ buio, ad un ritorno alla superstizione, alle credenze magiche, alla stregoneria, fenomeno che ha avuto ampia risonanza, in particolare nelle zone rurali europee, fino agli anni sessanta (Sud e Magia di Ernesto De Martino, 1945) e apparentemente affievolitosi fino a poco tempo fa?
In un momento in cui la scienza non sembra dare al popolo le risposte adatte e la religione pare defilarsi evitando di intervenire sui grandi temi che ci stanno affliggendo, antichi rituali e credenze stanno ritornando in voga tra coloro che custodivano ancora, nelle loro vecchie case, conoscenze e pratiche mai completamente dimenticate?