Quel virus che prima esiste, poi no, poi si…

Dunque, Trump ha beccato il Covid, insieme a Melania, i figli, probabilmente tutto lo staff della casa bianca e chissà quanti altri politici, faccendieri, lobbisti e quant’altro, visto che in questi ultimi mesi il presidente non si è mai degnato di mettere una mascherina, dispensando baci, abbracci e strette di mano a tutti come se non ci fosse domani.

Lo sapeva da Gennaio, ha detto, che c’era il virus, ma ha fatto finta di niente, per non allarmare la popolazione. Chissà cos’altro gli nasconde a quella popolazione cui fa riferimento, sempre per non allarmare, s’intende. Meglio non sapere, altrimenti Biden alle prossime elezioni stravince a mani basse. 

A proposito di elezioni, siccome a pensar bene si fa sempre in tempo e siccome la notizia di un suo contagio è venuta fuori proprio adesso, nel momento culminante della campagna elettorale, viene da chiedersi se questa non sia tutta una messinscena per distogliere l’attenzione da quei tredici punti di vantaggio che Biden, secondo i sondaggi, gli sta dando e soprattutto, per giustificare un eventuale compromissione dell’agenda, contenente i futuri appuntamenti della campagna che già, dopo il primo scontro faccia a faccia con Il rivale, si preannuncia sempre più fallimentare. 

Insomma alla fine della fiera il Covid che per molti è causa di morte, per tanti causa di un brutto spavento e di un periodo passato in ospedale, per tantissimi un influenza un po’ più grave, potrebbe rappresentare per il presidente, una scusa bella e buona, la giustificazione finale per evitare confronti scomodi che già, almeno secondo i sondaggi, non sembrano promettere bene. 

Le elezioni americane si avvicinano velocemente. Sono elezioni importantissime, l’ho già detto in un altro post e lo ripeto qui, da queste dipenderà il futuro dell’America e del mondo. Gli Stati Uniti devono mettere in atto un inversione di rotta e tornare a lavorare su quelle grandi tematiche che l’attuale amministrazione non ritiene importanti, tra queste le problematiche ambientali, la crisi sanitaria e le relazioni internazionali tra le grandi potenze economiche.

L’immobilismo trumpiano deve terminare, perché oltre a bloccare gli Stati Uniti rallenta le altre nazioni, che ad essi spesso e purtroppo, fanno riferimento, in maniera eccessiva, tra l’altro. Auguro quindi a Donald di rimettersi in forma a tempo di record, per poter tornare a confrontarsi con Biden, di modo che gli Americani, possano scegliere con coscienza il loro prossimo presidente, in un rinnovato clima democratico, che a poco a poco negli ultimi anni, sembra esser venuto sempre più a mancare.