Dormi in questo momento, nel mio lettone, sul quale, come ogni volta, ti sei distesa rigorosamente in orizzontale. Quando mi deciderò a raggiungerti nel regno del sogno, dovrò prenderti in braccio e sistemarti nella corretta posizione, per poter avere nuovamente il mio posto. Poco male, adoro stringerti un po’ mentre dormi, visto che più cresci, più diventa difficile abbracciarti, sgusci via a ogni mio tentativo.
Dormi, con l’abat-jour accesa e la cosa mi fa sorridere. Prima di chiudere gli occhi insisti sempre perché ti racconti una storia di paura, ma poi non riesci a tranquillizzarti e dopo aver ispezionato dentro l’armadio, sotto il letto e in tutti gli angoli bui della stanza, mi chiedi ogni volta di lasciare accesa la luce, che spegnerò dopo averti messa nella giusta posizione.
Oggi è stata una bella giornata, ti ho guardata di nascosto mentre pattinavi sul ghiaccio, durante la lezione del corso. Ti ho vista muoverti un po’ impaurita e mi hai fatto tenerezza, poi piano piano ti sei sciolta ed hai acquistato sicurezza, è stato commovente. Vederti crescere è uno degli spettacoli più belli di questa mia vita. Ti ho guardata di nascosto, perché non volevi che restassi. Figurati, non ho mai ubbidito a mio padre, non mi faccio certamente dare ordini da te, così son rimasto nascosto sulle gradinate per tutto il tempo. Ovviamente non te l’ho detto, magari lo scoprirai proprio leggendolo qui.
Sono i nostri fine settimana insieme, fatti di pattinaggio, una nuotata in piscina, una passeggiata nel parco o al mare, a volte un gelato per poi finire a cena fuori da qualche parte, anche se stasera siamo dovuti rientrare a casa prima del tempo, visto che le nuove misure d’emergenza contro il contagio da Covid, includono la chiusura di tutti i ristoranti e dei bar.
Poco male, era da un sacco di tempo che non ci mettevamo ai fornelli insieme e questa sera ti ho spiegato come si prepara una vera carbonara. È andato tutto bene fin quando, in un attimo di distrazione, hai fatto cadere tutto il pacco da dodici uova, facendole finire per terra. Abbiamo rischiato di mangiare spaghetti alla carbonara senza uovo, provocando l’insurrezione dei fantasmi dei grandi cuochi romani passati a miglior vita. Fortuna che Elise, la mia nuova vicina, stasera era in casa e ne aveva un paio nella sua credenza. Ce le ha cedute volentieri, anche se in cambio ha voluto un piatto di pasta, meritatissimo, visto che ci ha salvato la cena.
Vabbè, questo sabato è andato così, domani è un altro giorno, si vedrà, come diceva qualcuno. Adesso pubblico questo post, dopodiché mi metto a pulire a fondo il pavimento della cucina, che se c’è una cosa che non sopporto è l’odore di uovo e nonostante abbia provato l’intera gamma di prodotti detergenti, disponibili nel mio sgabuzzino, non sono riuscito ancora a mandarlo via. Accidenti alle mie idee culinarie, prossima volta, pasta al pomodoro! Un ultimo dubbio: sarà la punizione per non aver ascoltato la tua richiesta di non restare a guardarti pattinare?