Ho passeggiato per le strade della città, privata dei suoi numerosi frequentatori. Stranamente anche di giorno, nonostante il divieto di uscire per adesso riguardi solo le ore serali e notturne, si incrociano poche persone. Dei pochi personaggi incontrati, tra le serrande abbassate, durante questa soleggiata domenica pomeriggio, ho notato gli sguardi tristi e le mascherine, i passi lenti, trascinati, i pochi discorsi, nessun grido, calma, nient’altro. Non mi sono imbattuto in nessuna stranezza degna di esser menzionata in questo sito, piuttosto una normalità anomala, per una città, qualsiasi essa sia.
E forse è proprio questa normalità che ai miei occhi risulta stranezza ancora più grande, di tutte quelle intraviste negli anni passati. La calma piatta, la sensazione che le persone in cui mi imbatto, sappiano tutte dove stanno andando e impacciate per l’impedimento vocale causato dalle mascherine, cerchino di non pronunciare nessuna parola in più del necessario.
Inquietante, se penso alle mie passeggiate cittadine, alla sensazione di smarrimento delle persone, che percepivo, osservandole, seduto al tavolino di un bar mentre prendevo un caffè. Sensazione che provavo soprattutto nel caos di domeniche di shopping in centro, o il sabato sera, durante qualche camminata notturna.
Si esce poco, solo se si ha veramente qualcosa da fare, un buon motivo per indossare una mascherina fastidiosa. Si esce poco e si sa già dove si va. Le città sembrano esser diventate improvvisamente Inverary, il tranquillo paesino de: la zona del crepuscolo, una delle avventure più belle del celebre personaggio figlio di Tiziano Sclavi, Dylan Dog. Tutto sembra fin troppo normale, troppo perfetto e viste le notizie di violenza e morte, che giungono a noi attraverso i giornali, è impossibile non stare in allarme, il terrore può nascondersi dietro l’angolo: un morto, un contagiato, un attentato.
Il mondo sta cambiando, forse per adesso, forse per sempre, noi cambiamo insieme a lui. Per anni, camminando per le vie di questa città, mi sono sentito inquieto, impaurito da quello che poteva succedere, in particolare di notte e adesso tutta questa tranquillità, questo silenzio, questa normalità, mi intimoriscono ancora di più e appena uscito, non vedo l’ora di rientrare.