È in giorni come questo, mentre mi trovo accerchiato da una malinconica tristezza e da un forte senso di irrequietezza, che saltan fuori da una cartellina gialla, appoggiata sul davanzale della finestra del mio studio, cose che ho scritto tanti anni fa. Un ricordo, un fulmine a ciel sereno, qualcosa di meravigliosamente unico. Parole buttate giù durante i miei viaggi in auto, quando nel cuore della notte, partivo da Marsiglia per raggiungere la Toscana nel momento in cui il sole nasceva. Allora sapevo esattamente dove stavo andando, una sensazione strana che sempre più raramente provo.

Essì che volevo raffigurarti,

Le onde del mare increspavano il volto.

I vetri al casello si pagano invano.

Venivo da te,

E tu mi aspettavi.