In questo martedì tre novembre, mentre le foglie si ingialliscono e cadono a terra morte, osserviamo con sdegno e paura i fatti di Vienna, sorridiamo immaginando i rapinatori della banca di Milano che scappano dalle fogne come topi, senza riuscire a portare a termine il colpo, quasi fossero personaggi di film di fantozziana memoria e aspettiamo in coda l’esito delle elezioni più importanti della storia. Maradona è in ospedale, sembra non per Covid, speriamo ne esca presto, tre idoli morti in meno di tre giorni sarebbero troppi per chiunque.

Abbiamo bisogno di speranza, con la s maiuscola e minuscola, entrambi tardano ad arrivare. Fusaro, noto filosofo contemporaneo, rido solo a definirlo così, la trova, quella con la s minuscola, ribaltando i risultati delle statistiche – Perché invece di dire i morti, non diciamo quanti sono i sopravvissuti e la smettiamo di annunciare i decessi? – dice sul suo profilo Facebook e subito dopo prende d’imbecille da tutto l’internet. Certe persone dovrebbero avere il buongusto di risparmiarmi e risparmiarci commenti così stupidi. Un’amica di vecchia data, trova conforto nel pubblicare sul suo profilo Facebook, il numero delle nascite avvenute la scorsa settimana in Italia – Avvengono cose meravigliose anche in questo terribile periodo! – dice la didascalia di una foto che raffigura un bambino che dorme in un cavolo. Sotto viene specificato un numero di nascite che non ho verificato, ma che sicuramente sarà una stronzata, pubblicata da qualcuno che cerca un modo per sdrammatizzare la situazione. La risposta che piove implacabile dietro ai commenti al post è riassumibile in – Surriscaldamento globale, attentati, ignoranza, complottisti, negazionisti, attentati terroristici, pandemie e povertà dietro l’angolo…bel momento per mettere al mondo i figlioli… – mentre leggo queste parole penso a mia figlia, sapere che gira per le strade di questo mondo indubbiamente non mi rincuora, anzi, aggiunge alla mia vita una sottile patina di stress, che ancora non percepisco completamente, vista la sua tenera età. Tuttavia riflettendoci mi dico che non è cosi diverso dal passato, le vicende che si susseguono nel mondo son sempre state abbastanza terribili, anche nei periodi migliori.

Abbiamo bisogno di speranza, ma riflettendoci, mi sembra che la cerchiamo nei luoghi sbagliati – Quando finirà questo brutto periodo? Sconfiggeremo questa terribile Pandemia?– ci chiediamo e gli esperti provano a trovare una risposta, anzi, hanno sempre una risposta, una cazzo di risposta per tutto, quando l’unica cosa da dire sarebbe – Non lo so cazzo, non lo so quando finisce sto cazzo di periodo!

Apparentemente non si può fare, è politicamente scorretto, bisogna dare alla gente una cazzo di corda alla quale aggrapparsi, bisogna accendere in loro un piccolo barlume di positività, altrimenti qual’è il senso di avere tutti questi politici, tutti questi esperti, tutte queste persone che sanno sempre che cosa dobbiamo e possiamo fare?

Apparentemente non si può fare, di dire al mondo che talvolta la risposta ad alcune domande proprio non c’è, e che sarebbe meglio che ognuno di noi la speranza, la cercasse nei propri gesti quotidiani, nel momento vissuto e subito dopo perduto, nella quotidianità di certe relazioni, di certi rapporti, nel sentimento provato oggi, e non nel domani, che magari verrà, ma che biologicamente parlando, semplicemente potrebbe non arrivare.

No, tutto questo non si può dire, quanto ci metterebbe la gente a capire che la giostra sulla quale giriamo vorticosamente, si basa su principi stupidi come: cosa faremo nei prossimi cinque anni; prenderò un mutuo a cinquant’anni; compreremo i biglietti per un concerto che si terrà tra due anni; aspetterò la pensione per utilizzare la parola pigrizia al posto di procrastinazione? Spiegalo alle persone, che il messaggio più forte che la pandemia sta urlando è che la vita è adesso, non domani, il domani non esiste e potrebbe non arrivare mai. Spiegalo alla gente e vedrai che rivoluzione, altro che quella Francese.