Ieri, a soli sei mesi dal primo viaggio di prova, Space X, l’azienda Aerospaziale Statunitense messa in piedi da Elon Musk, ha lanciato la prima missione ufficiale, inviando quattro astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale (IIS). Il Falcon 9, propulsore con il quale la Crew Dragon è stata lanciata, si è alzato in volo dalla Florida e appena tre minuti dopo, a novanta chilometri di altitudine, viaggiando a una velocità di settemila chilometri orari, si è staccato per tornare sulla terra ed essere utilizzato nella prossima missione. In ventisette ore e mezza circa la capsula raggiungerà la Stazione Orbitante e oramai appare chiaro che la NASA, dopo essersi appoggiata per nove anni alla Russia per questo genere di trasporti, stia inaugurando una nuova era di missioni e esplorazioni spaziali.
Il lavoro svolto da Space X in questi ultimi anni ha dell’incredibile e la particolare caparbietà di Elon Musk quasi spiazza, è come trovarsi al cospetto di un uomo d’altri tempi. Sembra passato un secolo da quando Ashlee Vans raccontava, nella biografia non autorizzata del celebre imprenditore, del loro primo incontro, della sua passione per lo spazio, del suo leggere testi sui viaggi spaziali in russo. Sembra passato un secolo, invece sono scivolati via appena quattro anni.
Il parallelismo tra Musk e Kennedy, almeno in questo ambito appare lampante. Non solo perché il Falcon 9 è decollato dal centro spaziale che porta il nome del celebre Presidente, quanto piuttosto per gli annunci clamorosi che Musk fa e che somigliano, per esempio, al discorso di Kennedy alla Rice University, tenutosi nel sessantaduesimo anno del vecchio secolo, ed incentrato proprio sull’impegno spaziale della nazione.
L’anno successivo a quel discorso, precisamente il sedici novembre del sessantatre, il Presidente si recò in quella stessa base dalla quale ieri è partita la nuova missione di Space X, per controllare il progetto del Saturno 1, il primo vettore USA pensato per lanciare oggetti nell’orbita terrestre (antenato del Falcon 9). L’obiettivo dietro la costruzione del Saturno era quello di superare i Russi, che all’epoca dominavano la corsa allo spazio, nel lancio di oggetti con massa più grande.
Kennedy andò personalmente a valutare i progressi del progetto e dell’imminente lancio, era molto preso dalla corsa allo spazio, era una delle sue fissazioni e ci teneva in maniera particolare. Nel suo discorso alla Rice University, aveva parlato di viaggi spaziali e dell’intenzione di portare l’uomo sulla luna, quel progetto e quel lancio in particolare, erano un evento chiave della sua amministrazione.
Kennedy purtroppo morì a Dallas, una settimana dopo quella visita, così non assistette al lancio del Saturno 1, che in quell’occasione, per la prima volta, avrebbe fatto volare un secondo stadio (erano stati effettuati quattro lanci di prova per testare alcune funzioni di base), e che avvenne due mesi dopo la sua morte, in quello stesso centro da lui visitato, che nel frattempo venne intitolato alla sua memoria.
Jacqueline, la moglie di Kennedy, domandò che il Saturno portasse con sé, durante il volo, qualcosa di speciale in memoria di suo marito, che aspettava quel lancio con impazienza e speranza. La NASA, per paura che il lancio potesse fallire, non volle correre il rischio di organizzare una cerimonia ufficiale in memoria del Presidente appena morto, così niente fu fatto. Oggi sappiamo che il lancio fu un successo e che il Saturno riuscì a portare in orbita quasi diciotto tonnellate di peso, un record per l’epoca.
Nel corso degli anni abbiamo immaginato che qualche ingegnere avesse almeno inciso le iniziali del Presidente sul Saturno, ma osservando bene le date e le ricorrenze, ci accorgiamo che ogni passo che gli americani fanno, nel campo dell’esplorazione dello spazio è in qualche modo motivo di omaggio, per colui che ha sostenuto con molto fervore i progressi della ricerca spaziale.
Un’unica domanda ci resta ed è politica, tutti gli affari umani riguardano la politica: insieme a un nuovo rilancio della corsa allo spazio, stiamo assistendo, dopo almeno quattro anni di calma apparente, all’inizio di un nuovo periodo di contrapposizione tra Russia e Stati Uniti? Aspettiamo l’insediamento di Biden con interesse.