Uno dei mali più grandi della nostra società “moderna”, ampiamente sottovalutato e invisibile ai più, motivi per i quali andrebbe estirpato dalla mente delle persone come l’erba gramigna dall’orto, o come Satana dal corpo di Regan McNeil, a suon di scappellotti in testa ai casi più disperati, è la tendenza, che hanno in molti, di identificare l’evoluzione umana, culturale e del pensiero, con il progresso tecnologico, la tendenza a credere che il pensiero venga dopo la tecnologia e che di essa sia il prodotto, di conseguenza la convinzione che il progresso tecnologico stesso sia il motore dell’evoluzione del pensiero umano. Il risultato di questo errore, non è banale, si rischia di valutare la nostra società come più evoluta, solo perché, abbiamo strumenti migliori di quelli che possedevano i nostri antenati nel medioevo e questa è una colossale stronzata. E’ una cosa che a me fa incazzare in maniera particolare, perché identificare l’evoluzione del pensiero umano con il progresso tecnologico, non solo è un errore epistemologico madornale, ma è un’arma a doppio taglio, rischiamo infatti, non solo di considerarci più evoluti delle genti che popolavano la terra in passato, ma di non accorgerci di quanto poco differenti siamo da loro…qualche esempio: femminicidio, ruolo della donna nella nostra società, razzismo, credenze barbare tipo che i bambini formano gli anticorpi necessari giocando per terra, terrapiattismo, guerre di religione. Bastano?
Il risultato di questo errore di identificazione è che l’evoluzione del pensiero ristagna, fatica ad avanzare, di conseguenza, come in un circolo vizioso eterno, rischiamo di girare a vuoto, credendoci Dei, quando invece siamo dei coglioni qualsiasi. A facilitare il tutto c’è il problema già evidenziato da Richard Feynman in passato, ovvero che la maggior parte della gente non impara usando l’intelligenza, ma meccanicamente, e così girellando su internet capita di trovare persone, ritenute anche esperte di tecnologia, che affermano per esempio che prima di tutto arriva la tecnologia stessa, che il fuoco e la ruota tolsero l’uomo dalle caverne, che il ferro lo fece dominare sulla natura, che il motore creò la rivoluzione industriale, concludendo, guidati da questa credenza, se vogliamo mal interpretata, che i cambiamenti nel mondo li faccia la tecnologia stessa e che l’evoluzione del pensiero arrivi successivamente. Niente di più sbagliato.
Non so se capite l’errore che sta alla base di queste affermazioni, qui non si sta parlando del problema se sia nato prima l’uovo o la gallina, infatti, la ruota qualcuno l’ha pensata e nel momento in cui l’ha creata, l’evoluzione, il salto, già c’erano stati, questo perché precedentemente all’invenzione dell’oggetto ruota, si era formata nella mente del suo creatore, un’esigenza che prima non aveva e che lo ha portato appunto ad inventarla. Una volta inventata la ruota, l’uomo era già oltre la ruota, riflettendo al prossimo passo, la ruota era già nel passato, mero strumento e nulla più. È chiaro, e questo è importante dirlo, che il processo non è unilaterale, ma come si dice in inglese è piuttosto un feedback-feedforward, creiamo la tecnologia, creiamo gli strumenti e li utilizziamo per procedere verso il prossimo passo, ma non dobbiamo assolutamente dimenticare, che gli strumenti nascono e vengono modificati in funzioni delle nostre esigenze, quindi non possono arrivare prima dell’evoluzione del pensiero stesso, perché di esso sono un prodotto. La società dell’informazione non è nata perché ce l’ha portata il computer, è nata perché Bill Gates, ma poteva anche chiamarsi Ciccino da Rovereto, una mattina si è messo in testa di voler infilare in ogni casa un PC.
Va da sé, come si capisce dagli esempi fatti, che identificare la nostra evoluzione del pensiero e culturale, con il fatto che abbiamo un computer è un errore pericolosissimo, perché fa sì che le nostre esigenze cambino in funzione di quello strumento, così da un lato sviluppiamo computer sempre più potenti, dall’altro non sappiamo come fronteggiare episodi al limite del barbarico, come i femminicidi appunto, per i quali non riusciamo a trovare soluzione alcuna, con l’illusione di essere una società moderna e avanzata. Becchi e bastonati, come si usa dire.
Scusatemi lo sfogo, ma come si evince, visto che di questo problema ne avevo già parlato in altri post precedenti, l’argomento mi sta particolarmente a cuore. Che poi questa mattina avrei voluto parlare del ditino malandrino di Papa Francesco, che ieri su Instagram, pare aver messo mi piace a una foto sexy di una modella Brasiliana, e invece mi son ritrovato a scrivere un post su evoluzione, pensiero e tecnologia. Per unire le due cose…ecco, vedete, il progresso tecnologico ha fottuto anche i Prelati, figuriamoci se non può fottere noi, se continuiamo ad attribuirgli il potere di far evolvere il nostro pensiero, piuttosto che relegarlo a mero insieme di strumenti sotto il nostro controllo.