Notte così, riempita di silenzio surreale, a tratti incredibilmente melodico, il buio che si allunga un po’ ovunque, a coprire tutto quanto, a nascondere quei dettagli che mi riempiono il cuore.
Appiccicosa è questa notte, unta, tanto che mi sembra di muovermi in un mare di petrolio, mentre lentamente passeggio al buio della mia camera, esplorando idee tetre, che solitamente vivono all’interno del mio inconscio, ma che in momenti così, vengono fuori in tutta la loro irruenza, mi schiaffeggiano, mi risvegliano dal torpore in cui sono crollato negli ultimi mesi.
Notte così, di battaglie tra il bene e il male, tra il buono e il cattivo, notte di scintille, di ossa rotte e denti spaccati, notte provocante, che suscita in me pensieri maliziosi, perversi, notte piena di malignità che cerca di inghiottirmi completamente nel buio, per restituire al mondo la parte peggiore di me. Mi fermo, respiro, mi siedo per terra a gambe incrociate, esploro il cielo oltre la finestra alla ricerca di una stella, ma non ne individuo alcuna, un tappeto di nuvoloni straripanti di tempesta lo ricopre interamente.
Notte così, senza conforto alcuno, nemmeno un attimo di pace, una spinta che mi faccia cadere in qualche paradiso per illusi come me, notte così, fatta di tristezza e angoscia e morte e tutto ciò che di negativo si possa trovare, che dietro il mantello che si stende e definisce la distanza tra me e te, niente di positivo è nascosto, che l’averti lontana è la cosa più terribile che mi sia capitata, che il non averti vicina equivale a vivere immersi in una notte come questa, nera, appiccicosa, tetra, conturbante e allo stesso tempo eterna, come la nostra separazione.