Notti come questa, disperse in un pugno di ore anonime, bruciate dal tempo che passa, ma non dal fuoco della passione, notti come questa, che forse avrei dimenticato se non ne parlassi qui, in queste righe. Non scrivo per non dimenticare, ci mancherebbe altro, piuttosto per deformazione comportamentale. Niente di sorprendente, c’è chi non si stanca mai di far disegnini sulla carta bianca, io invece, non esaurisco mai la mia voglia di scrivere. Metto insieme parole, le scelgo con cura, le dispongo a mio piacimento e poi, poi nascono cose, che restano, resistono al tempo, divengono immortali, almeno per me.
In questa notte, un po’ anonima, silenziosa, priva di fantasmi, paure, angosce, inquietudini, appoggio la mano sul foglio, la penna stretta tra le dita e racconto.
Parlo di me, dei miei amori, della mia vita, di quella volta in cui qualcosa accadde, o non accadde, che mi piace restare aperto alle infinite possibilità future, non chiudere nessuna porta, poiché niente muore, niente si distrugge, tutto si trasforma in qualcos’altro, come questo foglio, un tempo albero, oggi carta bianca, domani testimone delle mie parole, come questa notte che lentamente, sta cominciando ad ardere come fuoco.
Parlo di me e non è un caso, che la mia è l’unica storia che conosco e mi piace delinearne i tratti, che siano interessanti o meno, importanti o inutili. Mi piace scriverne, perché mi aiuta, ogni giorno, a ritrovare il bandolo della matassa, in un – chi sono? – nascosto nei miei costrutti mentali, piuttosto che in un insieme di traguardi passati, oramai svaniti in un tempo sempre più lontano, sempre più metafora del mio vissuto vomitato su un curriculum, che vera esistenza.
Notti come questa, destrutturate, il buio sconfitto da una luce mentale che brilla forte, notti in cui, appena finito di scrivere, riuscirò anche a dormire, a lasciarmi andare alla bellezza di certi sogni tranquilli, eroticamente delicati, rari per il mio animo inquieto sempre in fermento.
Ripongo la penna sul tavolo, piego il foglio di carta. Ti ho scritto una lettera che potrei anche spedire, se solo trovassi il coraggio di farlo, se solo tu trovassi il coraggio di darmi il tuo indirizzo. Ti ho scritto una lettera bella e delicata, come la tua presenza nella mia vita: una luce, una melodia, odore di vino appena stappato, sapori incredibili di pietanze ricercate, e poi, poi l’infinito.