Lo hanno trovato impiccato, nella sua macelleria, due giorni fa, ma la notizia è giunta alle mie orecchie soltanto oggi, quasi per caso. Un foglio di carta, parole nere su sfondo bianco, scocciato frettolosamente alla porta del negozio e recante la frase: chiuso per lutto, mi ha annunciato la scomparsa del mio macellaio, la signora del portone dirimpetto, impegnata a spazzare il marciapiede, elargendo dettagli degni di una comare invadente ed impicciona, mi ha raccontato invece quello che è successo al pover’uomo.
Lo hanno trovato impiccato, una catena avvolta intorno al collo, appeso ad uno dei ganci della cella frigorifera, tra polli, maiali e quarti di bue, uno sgabello di legno poco distante dai suoi piedi, le inquietanti mattonelle rosse, che ricoprono le pareti del negozio, a fare da sfondo alla tragedia – era un brav’uomo, purtroppo però, non ha mai superato la morte della moglie…era come morto dentro… – ha concluso la donna, subito dopo avermi raccontato il fatto, un attimo prima di salutarmi e rientrare in casa, scuotendo la testa e richiudendosi la porta alle spalle.
Sono rimasto pietrificato, alla mia destra la porta chiusa dalla donna, alla mia sinistra l’ingresso della macelleria, l’orrore della morte, davanti a me, la strada che stavo percorrendo qualche minuto prima, quella che si stende in direzione del parco, la mia consueta passeggiata mattutina. Spaesato, confuso, mi sono voltato e sono tornato a casa, dove ho acceso lo stereo, requiem di Mozart sul piatto del giradischi, e una candela, un pensiero rivolto a quell’uomo, al dolore da lui vissuto in questi ultimi mesi, alla sua scelta, una sorta di saluto, di addio.
Forse un giorno, riuscirò a mettere nero su bianco il parallelismo che lega lui a mio padre, entrambi schiaffeggiati dallo stesso dolore, dalla stessa perdita. Forse un giorno, riuscirò a parlare di tutto questo, ma non oggi, oggi ti ricordo così, un sorriso cordiale, un consiglio sulla carne da comprare, rispetto, le prime parole che mi rivolgesti, quando nell’esplorazione del quartiere dove mi ero da poco trasferito, capitai nel tuo negozio: che bello avere un italiano tra i miei clienti!
Ti hanno trovato impiccato, una catena avvolta intorno al collo, ed io, penso a te, alla tua decisione, a me, a mio padre, a mia madre, mi accarezzo il collo, mi sento soffocare, che tu possa ritrovare la pace, una pace eterna, stavolta.