In un mattino così, pieno di me e di te, non ho pensieri, un vuoto magico a riempire il mio cervello, mi sento bene. Distesi su una coperta, il cielo azzurro a sfondarci gli occhi, osserviamo le nuvole passare, cosa che non facevo da secoli, cosa che probabilmente non hai mai fatto, ridiamo, trasformiamo le forme, t’insegno a distruggere, a creare, t’insegno a estrapolare dalla realtà parvenze di sogno, a costruire nuovi mondi, nuovi pensieri, schiudersi di miraggi, sogni ad occhi aperti, acrobazie dell’intelletto alle quali, piano piano, cerco d’introdurti.
Siamo venuti qui per caso, un pic-nic la scusa, la voglia di stare insieme, di perderci da qualche parte nell’universo, lo scopo reale, il fine ultimo di questo nostro, solido, eterno, strano, forse a volte confuso, legame, padre e figlia, io e te, due facce della stessa medaglia, una musica, un pensiero, un abbraccio eterno, una danza, sussurro delicato tra creatore e creazione, compensarsi, pezzi determinanti dell’equilibrio instabile che caratterizza le dinamiche di questo assurdo, incredibile, universo, che ci troviamo ad abitare.
Respiro, chiudo gli occhi, mi godo il pezzo di paradiso che mi è stato concesso, annuso la pace, mi immergo nella quiete che riesci a donarmi, gusto la tua risata, colorata, tranquilla, espressione di gioia irrefrenabile, colonna sonora dei nostri momenti insieme, composizione che più amo.
Un cardellino vola su un cespuglio di rovi, poco distante da dove siamo seduti, lo osserviamo, lui cinguetta, saltellando si avvicina, sale sulla coperta, becca le briciole di pane che ci sono cadute mentre mangiavamo. Restiamo entrambi in silenzio, non vogliamo che parta, desideriamo che resti lì con noi, compagno ideale in questo nostro momento d’intimità.
Io, sposto lo sguardo dall’uccellino a te e viceversa, tu, lo osservi curiosa, gli occhi che brillano, non ti muovi di un centimetro. Ti accarezzo la mano, mi stringi le dita, ed è proprio in quell’istante che il nostro nuovo amico, vola via – ecco lo hai fatto scappare…pensi che tornerà? – mi chiedi. Io sorrido, resto in silenzio, ti immagino volare via – non sarà così per sempre… – penso, e poi ti stringo forte.