A che punto è il giorno?

C’è qualcosa di inquietante nella città che, ancora avvolta dal buio, lentamente si risveglia. Poche auto viaggiano per le vie deserte, camion della nettezza urbana, rumori metallici, lampeggianti arancioni, si muovono lenti, sporcizia sparsa per terra, ratti corrono veloci e spariscono nelle fogne, gabbiani frugano, indisturbati, all’intero dei cassonetti dell’immondizia rimasti aperti, alla ricerca di cibo, devastazioni mattutine, miraggi dinamici, illusione di destinazioni conosciute, illusioni di vita, inferno in terra. 

L’aria e le luci sono strane, la prima umida, sporca, le seconde opache, come se una patina ricoprisse questo agglomerato di cemento e anime, tenuto insieme da chissà quale assurda, incomprensibile, alchimia, rapporti strani, misteriosi, collante invisibile, inafferrabile. Mi guardo attorno – Quale sarà il pezzo che cederà per primo? – penso – Chi, staccandosi, collante sempre più inadatto, sempre meno resistente, probabilmente perché fabbricato a basso costo, darà inizio alla fine di tutto questo? – scuoto la testa e infilo una mano nella tasca della giacca, alla ricerca di sigarette, resto deluso, ho smesso di fumare da più di un anno, ma per un attimo l’ho dimenticato, trovo solo un fazzoletto di carta appallottolato e una penna rossa senza tappo, inchiostro sparso sulle dita, linee imprecise, disegni astratti.

Mi siedo su una panchina, fredda, umida, e un profumo dolce, improvvisamente, mi avvolge, il laboratorio della boulangerie poco distante, è il luogo da dove proviene. Chiudo gli occhi, l’odore di brioche e pane si mescola a quello cittadino, tra poco la bottega aprirà ed io comprerò due croissant, il giornale, dopodiché continuerò la mia passeggiata in direzione del parco, oasi di tranquillità, paradiso inglobato dall’inferno cittadino. 

Apro gli occhi, le auto in strada aumentano di minuto in minuto, le prime anime cominciano a riempire i marciapiedi, passi svelti stesi con incertezza, la luce del sole spunta da dietro le colline, i lampioni arancioni si spengono tutti, nello stesso istante, parvenze di sincronizzazione. 

Il rumore di una saracinesca attrae la mia attenzione, la boulangerie finalmente apre al nuovo giorno, che nel mio caso è cominciato già da qualche ora. Mi alzo, lentamente mi dirigo verso il negozio, passi imprecisi, traballare figlio della stanchezza, un raggio di sole trafigge il mio vissuto, ombra che si allunga a completare la sua traiettoria, a che punto è il giorno?

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