Mi sveglio felice, un velo nero si stende sopra di me, mano invisibile a depositarlo sul mio corpo morto, e mi alzo in volo, universo multidimensionale, non c’è tempo, non c’è spazio, plano leggero sulle cose, prospettive disperse, lancette d’orologio che girano a velocità quasi impercettibile, mi sento felice.
Il velo nero mi avvolge completamente, sono il fantasma di me stesso, e attraverso il tessuto, griglia di fili intrecciati tra di loro, prigione visuale, vedo il mondo, buio e luce, scontro di colori, confusione percettiva, illusioni, ciò che si muove non si muove e viceversa, lo stomaco in subbuglio, corpuscoli luminosi sparsi ovunque, rumore bianco, rumore bianco, rumore bianco e poi, sovraccarico d’informazioni, angoscia, paura, incomprensibile felicità, il velo nero che mi avvolge, improvvisamente cade.
Si estende sopra di me l’universo, lo percepisco, mi aspira, mi integra, diventiamo un tutt’uno e poi, il mio corpo si disgrega, miliardi di atomi si disperdono in ogni dove, da nessuna parte, prospettive infinite, tutto il tempo, tutto lo spazio, memoria e coscienza ovunque, mi sento felice, l’universalità dell’esistenza si stende sopra di me.
La mano invisibile si muove leggera, riesce a intercettare facilmente i miei singoli atomi, li filtra, li raccoglie, e quasi per magia, mi ritrovo tutto intero, mi sento felice – la vita è un sogno – penso, e mentre esisto, la parola “sogno” che si ripete all’infinito, eco della galassia, scivolando via verso gli inesistenti confini dell’universo, cado a terra in uno stato di beatitudine, alzo gli occhi, guardo vicino, lontano, la mano invisibile che si muove leggera.
Tutto è confuso, caotico, improvvisamente mi appiattisco, disco che gira, puntina a graffiare la mia pelle, melodia emessa dalle cellule che compongono il mio corpo, suono incredibile, piango, rido, piango, mi sento felice, mentre giro, giro, giro e in vortice mi trasformo, tromba d’aria che spazza via tutto, e che implodendo, l’intero universo distrutto, si trasforma, mi avvolge, placenta, galleggio in un liquido denso, cordone che esce dal mio ombelico, si allunga chissà dove, rimpicciolisco, divento minuscolo, cellule che si riducono, scompaiono, scompaiono, scompaiono, si inglobano ad una ad una, i pensieri, i ricordi, tutto quanto velocemente si dissolve, la prima divisione cellulare, fecondazione e poi, mi sveglio, felice, felice, felice.