Apparentemente normale…

Un demone, si nasconde tra le ortensie. Lo scorgo, figura terribile, orribile, temibile, tetra, dentro l’enorme pianta, tra fiori bianchi, verdi, rossi, blu, multicolore, botanica psichedelica, odori intensi, miraggi cimiteriali, cadaveri in esposizione all’interno di bare non ancora sigillate definitivamente, sghignazzamenti satanici, caleidoscopiche sinfonie multisensoriali, lo scorgo, vorrei fuggire, ma resto bloccato, mi perdo tra macabri pensieri, idee malsane e, come fossi in trance, sento il bisogno impellente di accarezzare i petali di uno dei fiori, colore purpureo a insozzarmi le dita, odore che si fa più intenso, mi prende alla gola, mi impedisce di respirare, come corpo morto cado sull’erba umidiccia.

Il graffiare di un’unghia affilata, che premendo sulla mia pelle, scorre lentamente sul mio collo, sulla spalla, e discende lungo il mio braccio sinistro, fino a premere sul palmo della mia mano aperta, mi riporta alla vita. Abbandono così, il buio che improvvisamente mi ha avvolto, mi ritrovo in giardino, il demone di fianco a me che sorride, non parla, nessun rumore intorno a noi, silenzio musicale, sinfonie infernali, non comprendo quello che sto percependo, disorientato, confuso, chiudo e apro gli occhi, nella speranza che l’oscura figura scompaia, nella speranza che il mondo torni ad essere quello che era fino a qualche minuto fa. 

Uno squillo di tromba interrompe il flusso dei miei pensieri, quasi mi sfonda le orecchie tanto è forte, quasi mi sfonda il cuore tanto è tetro, sole del mattino che lentamente si copre di un mantello scuro, eclisse diabolica dello spirito, della mente, nitriti violenti, cavalli rossi, impazziti, che corrono verso di me, corvi neri che volano alti nel cielo, il demone si avvicina ancora di più, mi stringe il polso, le sue unghie penetrano nella mia carne, il sangue fuoriesce, scivola tra le sue dita, lungo il suo polso, cade per terra, gocce rosse sull’erba verde, un secondo squillo di tromba a interrompere il suo gesto, dita portate alla bocca, lingua biforcuta a leccare, e poi, non so più dire, storie di firme e pergamene, nessuna parola espressa verbalmente, destini segnati, futuri depravati, pensieri cupi, trasformazione, rinascita, perdersi e ritrovarsi, miraggi infernali, fine, inizio.

Apro gli occhi, il sole brilla di nuovo, mi alzo da terra, guardo le ortensie, storie di sogni e svenimenti, storie d’incontri e tormenti, miraggi dello spirito. Apro gli occhi il demone scomparso, tutto sembra apparentemente normale. Apparentemente. Normale. 

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