La mia mente oggi, proprio non ce la fa…

Manchi da un po’ e il vuoto si sente, si vede, io addirittura lo attraverso, temerario abitatore dell’esistenza, continuo a esplorare ciò che resta di te, buco nero che, ogni giorno, risucchia parti di me, io che con tutta la mia forza cerco di trattenerle, invano, storie così, di abbandoni, resistenze, persistenze, e chissà cos’altro, la mia mente oggi, proprio non ce la fa. 

E mi ritrovo così, ubriaco, le chiavi di casa smarrite chissà dove, mal di testa, vista appannata, disteso sul marciapiede vicino al cancello della mia palazzina, la schiena appoggiata al muretto di recinzione, le gambe allungate ad attraversare il passaggio, i piedi a spingere la ruota di un cassonetto, un ratto che rovista all’interno del grande contenitore di plastica marrone, tra sacchetti biodegradabili pieni di rifiuti, il suo raspare, nenia adatta per addormentarmi, per sognare di me, per sognare di te.

Manchi da un po’ e da allora, la città non è più la stessa, l’attraverso, temerario abitatore di questo ammasso di anime e cemento, continuo ad ascoltare ciò che mi racconta di noi, edifici che, nei giorni del tuo passaggio, hanno risucchiato parti di te, tu che con tutta la tua forza cercavi di trattenerle, invano, storie così, di arrivi, partenze, decadenze, e chissà cos’altro, non posso fare a meno di chiedermi se la tua mente, oggi ce la fa.

E mi ritrovo così, ubriaco, le mani in tasca a cercar quel che è stato perduto, il dolore alla testa che non mi abbandona, la vista sempre più appannata, rumore di zampette di ratto che raspano, puzza di piscio, di sporco, resti di cibo e chissà cos’altro, la schiena appoggiata al muretto che circonda la palazzina dove vivo, le gambe allungate ad attraversare il passaggio, la rotella del cassonetto che gira, ad ogni mia spinta di piede, un passante che fischiando si allontana, sparisce nel buio, il rumore delle sue scarpe, la musica che emette con la bocca, nenia adatta per addormentarmi, per sognare di te, per sognare di me, per sognare dei tempi che furono.

Manchi da un po’ ed io ubriaco, mi chiedo se tra le due cose non ci sia un legame, una relazione, chissà quale congiunzione, vuoto incolmabile, un ratto che raspa nell’immondizia, uno sconosciuto che fischia e scompare nella notte, resti di cibo, puzza di piscio, arrivi, partenze, decadenze, abbandoni, resistenze, persistenze e chissà quant’altro, la mia mente, oggi, proprio non ce la fa.

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