Eccoti qui, ti osservo, analizzo, studio, misuro, e poi, ragiono, percorrendo il perimetro del tuo essere, le mani a stringersi dietro la schiena, gli occhi a osservare la notte, pensieri che si accavallano, faccio ipotesi, esploro idee, al centro di tutto, quadratura del cerchio, domande che non hanno risposta, un cero acceso, angeli scolpiti ai suoi lati, e stelle, e mondi paralleli, un tutt’uno che si scioglie col passar del tempo, a cancellar ciò che esiste, trasformazioni previste solo in parte, fiamma che arde, stoppino che brucia, odore di incenso a invadere l’aria, mi perdo in un sentimento macabro, assurdo, terribile, mistero della vita, enigma della morte, mentre nel tempio di Fenris in una notte senza luna, neve, vento freddo, un’altra vita vola via, si dissolve nell’aria, il tutto non è mai la somma delle parti, ed ognuna di esse cambia, si evolve, secondo dopo secondo, caleidoscopiche realtà, inafferrabili variazioni dell’essere, molteplici mancanze che si sciolgono, si fondono l’una con l’altra, non sapevamo chi eravamo, non sappiamo chi siamo.

Un grido nella notte attrae la mia attenzione, mi distoglie dal pensiero di te, sento freddo, brividi percorrono ripetutamente tutto il mio corpo, mi guardo intorno, perso in un altrove che non conosco, non mi riconosco più, caleidoscopiche realtà, il tutto non è mai la somma delle parti, ed io, io non ho cognizione di questi singoli pezzi di me, un secondo grido sfonda le mie orecchie, muscoli del corpo che si contraggono, resto immobile, tanto tempo fa, nel tempio di Fenris, in una notte senza luna, come questa, neve ovunque, vento freddo a invadere gli angoli più sperduti del nord, un’altra vita è volata via, si è dissolta nell’aria, e nulla, nell’istante successivo, è stato più come prima. 

Eccomi qui, mi osservi, analizzi, studi, misuri, cerchi di capire, percorrendo il perimetro della mia esistenza, la mano destra in tasca a stringere il manico di un coltello, gli occhi a osservare la notte, fai ipotesi, illazioni, ti poni domande che non hanno risposta, alla ricerca di illusorie realtà, certezze, conferme, ma il tutto non è mai la somma delle singole parti, ed io di esse non so niente, tu di esse non sai niente.

Nel tempio di Fenris, in una notte senza luna, in questa notte senza luna, neve ovunque, vento freddo, mi piantasti, mi pianti, il tuo coltello nel cuore, e un’altra vita, volò, vola via, si dissolse, si dissolve nell’aria, e poi, niente fu come prima, niente sarà come prima, il cero dell’esistenza spento, danza macabra nell’oscurità, il tutto, non è mai la somma delle parti, e né io, né tu, di quei singoli pezzi, sapevamo, sappiamo, sapremo mai niente.

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