Lunedì di luglio e caldo, sofferenza, respiro affannato, cervello che fallisce nella formulazione di un pensiero, tassello che manca, inciampo, mi fermo, mi siedo all’ombra di un grande albero, sfuggire all’aumentare delle temperature trovando rifugio in un bosco, strategie che a volte metto in atto, strategie che in giorni come questo, primo lunedì di luglio, possono anche salvarmi la vita, evitarmi la morte, soprattutto delle idee. 

Son fatto così, non sopporto il caldo, mi toglie energie, fa evaporare i miei pensieri e, come diretta conseguenza, tendo a smarrirmi facilmente in deliri assurdi, visioni, miraggi, illusioni, labirinti cognitivi dai quali esco con fatica solo al termine della giornata, quando, giunta la sera, il sole se ne va e con il tramonto arriva un po’ di fresco, tregua desiderata, attesa, voluta, alla fine concessa. 

Mi guardo intorno, verde, verde, verde ovunque, qualche macchia marrone qui e là, un po’ di azzurro che filtra tra le foglie, pace, canto d’uccelli, paradisi raggiunti ancor prima di morire, appoggio la schiena al tronco dell’albero, chiudo gli occhi, mi lascio accarezzare da un leggero soffio di vento, e d’improvviso, vengo avvolto dal misticismo del bosco, toccasana per le persone come me, che in luoghi come questo trovano nuova linfa vitale. 

Il bosco, questo luogo così misterioso, mi è sempre stato molto amico, qui ritrovo me stesso, mi tranquillizzo, mi sento protetto, scopro nuovamente la mia più profonda e mistica essenza, la fatica scompare velocemente e il cervello torna attivo e vivace in poco tempo, c’è un legame magico tra me e lui, entrambi lo sentiamo, entrambi quando ci ritroviamo, possiamo percepire l’uno il respiro dell’altro.

Lunedì di luglio e caldo, sono venuto qui in questo bosco per trovare un po’ di refrigerio e, come di solito succede, alla fine ho trovato molto di più, pezzi di me nascosti sotto le cortecce secolari, tra i fiori e le felci, sotto le foglie cadute, tra le pietre. Li ho raccolti uno per uno, stando ben attento a prenderli tutti, sistemati in un cestino di vimini, come si fa con i funghi, nei prossimi giorni prenderò il tempo per cucinarli a dovere e servirveli, come oramai da tempo riesco a fare, per oggi invece, passo, non ho molto da raccontare, o forse, quello che ho detto, era proprio tutto ciò che per oggi, avevo da dire.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *