Un pensiero si è allungato, mi ha avvolto improvvisamente, bicchiere di latte freddo in mano, e poi, così come era arrivato, è svanito nel nulla, di lui, in questo momento, resta solo una labile sensazione di piacere, che si contrappone alla frustrazione per aver troppo rapidamente dimenticato, stato d’animo che conosco bene, che si ripete in me quasi ogni giorno, la testa troppo affollata d’immagini, idee, ricordi, problemi, situazioni e chissà quanto altro. 

Osservo il bicchiere di latte, bianco a invadere il mio campo visivo, vorrei guardare altrove, ma non ci riesco, quel liquido m’ipnotizza, blocchi cerebrali, neuroni che falliscono, che provano la loro esistenza sfuggendo al controllo totale dettato dalle loro interconnessioni, un attimo prima, un flusso di coscienza incredibile che si dipanava lontano dal mio qui e ora, adesso, il vuoto, fissare privo di pensieri, oltre lo sguardo, il niente. 

Un secondo, forse meno, e mi ritrovo seduto al tavolo della cucina, in mano una penna blu, davanti a me un foglio bianco, tra il momento in cui osservavo il bicchiere pieno di latte, che si trova sul lavandino della cucina svuotato del suo contenuto, e l’adesso, il vuoto, salti temporali, passaggi mentali, momenti che si perdono chissà dove, brivido che corre lungo la mia schiena, memoria che fallisce, guardo l’orologio, dieci minuti mancano all’appello, per terra, tre fogli riempiti di frasi scritte in blu. 

Provo a leggere, non ci riesco, lettere incerte, parole impossibili da decifrare, da capire, angoscia che mi assale, paura, fogli che recano la data di oggi e la mia firma. 

Storie così, di memoria che fallisce, percezioni imprecise, appoggio la testa sul tavolo, osservo la parete bianca, vorrei guardare altrove, ma non ci riesco, quell’intonaco mi ipnotizza, blocchi cerebrali, neuroni che falliscono, che provano la loro esistenza sfuggendo al controllo totale dettato dalle loro interconnessioni, chiudo le palpebre, le apro nuovamente, il bianco del latte a pochi centimetri dal mio viso, bevo, appoggio il bicchiere sul lavandino della cucina, mi siedo al tavolo, fogli bianchi, una penna blu, comincio a scrivere.

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