Ti prendo, mi prendi per mano e, con te al mio fianco, mi perdo nella notte più profonda, precipito in un labirinto onirico, gatto rosso e bianco che miagola sul davanzale di una finestra, odore di buono, odore di casa, ovunque, tempo che improvvisamente, sembra essersi fermato, io che, non so più distinguere tra il sogno e la realtà, io che, non riesco più a pormi domanda alcuna, affacciato alla finestra, la mia mano destra sulla testa del micio, il suo far le fusa, unico rumore intorno a me, realizzo improvvisamente di conoscere già tutte le risposte, cuore che s’infiamma, ghiacciaio che si scioglie, oltre il disgelo, la passione, l’amore per la vita, l‘amore, la passione per la morte, specchio riflesso, apro e chiudo le palpebre, esisto e non esisto, ora ci sono, ora non ci sono, il gatto che continua a far le fusa, mentre fuori, oltre la finestra, immerse nella notte, centinaia di stelle brillano, luminose realtà, assurdi universi che racchiudono altri universi, che racchiudono altri universi, numero infinito di scatole cinesi, il mio respiro che si fa più tranquillo, il battito del mio cuore che rallenta, oltre il desiderio di averti, la certezza che tu sei già mia. 

Mi prendi, ti prendo per mano e, con me al tuo fianco, ti perdi nella notte più profonda, oltre lo spazio e il tempo, il tuo sorriso, il tuo esser viva, gatto rosso e bianco che miagola, si agita, non riesce a star fermo, la coda che ondeggia lenta, lo sguardo perso nel vuoto – Gli animali che fissano nel vuoto, mi angosciano, mi sembra che osservino qualcosa che io non riesco a vedere, mi fanno sentire a disagio… – ti dico, mentre tu, distesa sul davanzale della finestra, ti lecchi la zampa, gesto ossessivo, lingua, lingua, lingua, saliva ovunque, pelo che si bagna – Potrei osservarti per ore fare quel gesto… – dico ancora, mentre con le dita della mano destra, ti accarezzo la testa, il mento, il dorso. 

Di certi sogni animaleschi, meglio non parlare, del risveglio turbato che li segue, meglio non dire, io che, dopo aver aperto gli occhi improvvisamente, sonno interrotto, osservo il vuoto, quasi riuscissi a percepire un invisibile presenza sopra di me, tu che, felina, esisti e non esisti, ora sei con me, ora non ci sei, ora fai le fusa, io che, ti sento, unico rumore a rompere il silenzio di questa notte, tu che, adesso ti muovi piano, ti lecchi, lingua, lingua, lingua, saliva ovunque, pelo che si bagna – Potrei anche impazzire se continuassi ad avere visioni così… – sussurro piano, prima di chiudere gli occhi, a cercare di addormentarmi, di sognare ancora.

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