Trovare un sasso dalla forma schiacciata e rotondeggiante, lanciarlo sul fiume, uno, due, tre, quattro, cinque, sei salti, cerchi su cerchi, allargarsi perfetto sulla superficie dell’acqua, colomba che, allarmata dal rumore, si alza in volo, si allontana, la osservo scomparire nell’azzurro, cielo senza nuvole, mente avvolta dalla nebbia, mi perdo in un pensiero, un istante, un attimo lungo un tempo indefinito, e poi, son già appassite le rose, il vento soffia altrove, ultime ore di un agosto come tanti, diverso da tutti gli altri, mi siedo su una pietra, osservo per terra, tra i fili d’erba, formiche impazzite.

Mi alzo, percorro per qualche minuto l’argine del fiume, un passo, un’altro passo, cianciare di gazze lontane, voci di donne che parlano tra di loro, impossibile comprendere ciò che dicono, sia le gazze che le donne, un bambino in bicicletta viene verso di me, si avvicina, alza la mano in segno di saluto, mi sorride, mi passa accanto, quasi mi sfiora, per poi sparire alle mie spalle, non mi volto, lo lascio scomparire nel mio passato, come certe vite, come certi incontri, vissuti dispersi chissà dove, comparse impazzite.

Mattini così, passeggiate alla ricerca di pace, di tranquillità, mi guardo intorno, esploro, cerco ovunque idee, spunti, percezioni, sensazioni, mi perdo tra le suggestioni della campagna provençale, mentre continuo a stendere i miei passi, direzione indefinita, destinazione incerta, oltre il tempo infinito a mia disposizione, sorrido, a voce alta grido – Oh, sì, oh sì, un giorno sparirò, ma non oggi… oh sì, un giorno svanirò altrove, mi dissolverò, ovunque, le mie molecole impazzite.

Chiudo le palpebre, respiro profondamente, l’universo mi invade il cuore, lo sento esplodere dentro di me, big-bang personale, intimo, fisico e mentale allo stesso tempo, dovuto, voluto, preteso, battiti cardiaci  che aumentano, brividi che improvvisamente percorrono la schiena, apro le palpebre, e in quell’istante lungo tutta la mia esistenza, mi innamoro del tutto, lacrime mi scendono giù lungo le guance, emozioni impazzite.

Trovare un sasso dalla forma rotondeggiante, lanciarlo sul fiume, uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci salti, cerchi su cerchi, allargarsi perfetto sulla superficie dell’acqua, allargarsi infinito dentro di me, mi espando e, a poco a poco, raggiungo tutto l’universo, ovunque, onde, frequenze impazzite. 

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