Ti vedevo, così, sospiri a sbattere contro una parete bianca, un quadro impiccato a un chiodo, anonima natura morta, “…e come deve essere la natura? Se non morta, intendo…” dicevi, pomeriggi a infrangersi sul tuo volto, luce incerta, sole maturo ad abbracciare il decesso serale, ti vedevo, così, morta, come quella natura, come quel sole, luna a far capolino nel cielo azzurro, presenze, assenze, fantasmi a sbattere contro la parete bianca, una crepa, movimenti terrestri incerti, una crepa, oscurità a affondare nel bianco, a squarciarlo, ti vedevo, così, come quella parete, come quella natura morta, come quella crepa, come gli smottamenti del terreno, ti vedevo, così, fantasmi ad attraversarti, ad attraversarmi, nuvole di fumo a disperdersi nell’aria, ti vedevo, così, e mi mancava il respiro, e mi sentivo morire, arancia marcita, muffe verdastre sulla mia pelle, drosofile a danzarmi intorno, volo incerto, metamorfosi così, inaspettate, metamorfosi così, incontrollate.
Ti vedevo, così, e tu, tu sorridevi, nuda, danzavi sul terrazzo, cielo rosso dietro di te, sangue, sangue ovunque, silhouette oscura, a tratti tremante, movimenti incerti, sera a infrangersi sulla tua pelle, luna a osservarti, Stockhausen a tessere il tappeto di note sul quale i tuoi piedi roteavano, movimenti di dita, tallone, punta, ti perdevi, movimenti irregolari, ti perdevi, perfezione di un attimo, che adesso mi sfonda la memoria, fantasmi ad attraversare i miei neuroni, ad attraversare quella parete bianca, movimenti incerti, a tratti irregolari, le tue mani a fondersi col tutto, a perdersi con loro, ti vedevo, ti vedo, così, e mi mancava, e mi manca il respiro, e mi sentivo, e mi sento morire, arancia marcita, muffe verdastre sulla mia pelle, sulle mani, sugli avambracci, forse, sul volto, drosofile a danzarmi intorno, volo incerto, metamorfosi così, inaspettate, metamorfosi così, incontrollate.
Ti vedevo, ti vedo, così, e no, non è, non era un caso, sospiri a sbattere contro una parete bianca, una crosta circondata da una cornice tarlata, impiccata a un chiodo, anonima natura morta, “…e come deve essere la natura? Se non morta, intendo…” dicevi, io che ti osservavo, morta come te, morta come me, pensavo, e poi, sorridevo, seduto per terra, la schiena appoggiata contro il divano, la sigaretta tra le dita, sorridevi, nuda, danzavi sul terrazzo, cielo rosso dietro di te, sangue, sangue ovunque, silhouette oscura, a tratti tremante, movimenti incerti, sera a infrangersi sulla tua pelle, luna a osservarti, Stockhausen a tessere il tappeto di note sul quale i tuoi piedi roteavano, io che chiudevo, io che chiudo gli occhi, ti vedevo, ti vedo, così, e mi mancava, e mi manca il respiro, e mi sentivo, e mi sento morire, arancia marcita, muffe verdastre sulla mia pelle, sulle mani, sugli avambracci, forse, sul volto, drosofile a danzarmi intorno, volo incerto, metamorfosi così, inaspettate, metamorfosi così, incontrollate.