Nell’allungarsi della luce, del giorno, del mattino, fotoni e altri fotoni, particelle, onde, un grido ad annunciare il tuo nome, sveglia, scossa, terremoto del pensiero, del linguaggio e di riflesso, dell’esistenza stessa, atomi e altri atomi, vibrazioni e altre vibrazioni, il cuore a scuotersi, il corpo a scuotersi, pensieri e altri pensieri, linguaggi e altri linguaggi, sensazioni, esistenze ad avvolgere altre esistenze, il tuo volto a emergere da un oceano di frasi, parole, attimi, ricordi, onde e altre onde, barca a remi che lentamente si allontana, nell’orizzonte si allontana – non ho la forza, no, non ho più la forza di remare… – le tue parole – ho sete, ho fame, ho sonno, e mi manca, mi manca qualcosa sì, forse il tempo, forse lo spazio, forse la vita stessa… – le tue labbra a muoversi, onde e altre onde, oceano e suoni lontani, acqua e aria a disperdersi ovunque, nell’allungarsi della luce, del giorno, del mattino, dell’orizzonte stesso, un grido ad avvolgermi, ad avvolgerti, lettere, parole, frasi sconnesse, riflessi e altri riflessi, onde e altre onde, io che chiudo gli occhi, tu che li apri, luce e altra luce – Vorrei che finisse così, naturalmente, perché no, banalmente, come l’attimo che sfuma in un altro attimo, il secondo che si sgretola, vorrei che finisse così, vorrei, vorrei scomparire così, come il ricordo che lentamente si fa sempre più impreciso, e poi, confondendosi con altri ricordi, si trasforma, fino a svanire, definitivamente, nell’allungarsi della luce, del giorno, del mattino.