È un periodo difficile, molto difficile, ma se stringiamo un po’ i denti e cerchiamo di aiutarci l’un l’altro, ce la faremo a uscir fuori dalle sabbie mobili in cui siamo finiti. È una crisi su più livelli, tutti incredibilmente complessi, impossibile comprenderli tutti, e ridurli unicamente al problema Covid è troppo banale. Appare piuttosto inutile anche guardare al passato, parlare di scelte politiche sbagliate per esempio, oramai il mondo che abbiamo, gli strumenti che possediamo, sono questi, e dobbiamo far fronte all’emergenza, non solo sanitaria ma totale, con ciò di cui disponiamo. Ogni giorno assistiamo alle numerose morti a causa del virus, ma anche ai suicidi che avvengono per l’impatto che questa situazione economica ha, sulla vita delle persone. Ogni giorno mi immagino i numeri cambiare e invertirsi lentamente, perché quando il virus scomparirà, resteranno le macerie e coloro che non sapranno come tirare avanti saranno in tanti. Forse le morti per Covid diminuiranno, ma quante saranno le persone che, vittime di depressione e disperazione decideranno di togliersi la vita?
In questa battaglia sono, siamo in tanti, quelli che ogni giorno, pezzo dopo pezzo, stanno perdendo un po’ di quello che hanno, in alcuni casi perfino ciò che sono, perché ciò che sono è tutto ciò che hanno. In questa pagina, parlo ogni giorno di pezzi di me, ma oggi è domenica e mi par doveroso dedicare un post ai pezzi che compongono gli altri, soprattutto a quelli di coloro che in questo momento arrancano. La disperazione sale e il governo è come una mamma inesperta che deve far fronte, da sola, a dieci figli che piangono tutti, contemporaneamente, perché vogliono essere allattati. No, in questo momento, coloro che sono stati eletti sono i più inadatti a risolvere i nostri problemi personali, quelli di tutti i giorni, quelli lontani, nascosti tra le mura della nostra abitazione. Anche inveire contro di loro, appare piuttosto inutile, uno spreco di energie e di tempo, molto più utile sarebbe scrivere una nota da appendere al frigorifero, un rimando per le prossime elezioni, perché appare chiaro che la classe dirigente, tutta, vada completamente ripensata e ristrutturata e appare chiaro anche, che un po’ più di attenzione da parte nostra, verso la vita sociale, verso la politica, potrebbe in futuro evitarci beghe e problemi di questo tipo. Ma allora, a cosa ci attacchiamo in questo periodo, per salvarci, per salvare gli altri? Cerchiamo di essere gentili, di aiutare quando ne abbiamo la possibilità, e non intendo solo aiuti monetari, ma parole, gesti, una minima azione può far sì che questo universo veda formarsi una lacrima in meno.
Da più di vent’anni ritengo che una società possa dirsi evoluta soltanto nel momento in cui, ogni individuo che viene al mondo, ha possibilità di sviluppo e riuscita, a discapito delle sue caratteristiche e dei suoi credo, uguali a quelle di tutti gli altri individui. Questo appare pressoché impossibile, utopico, se guardiamo la società intorno a noi, e ciò mi spinge spesso a riflettere, a cercar di comprendere, fino a pensare che forse, ci siamo mossi semplicemente nella direzione sbagliata. La società, come la conosciamo, tende ad aumentare, giorno dopo giorno, il divario che c’è tra chi ha tanto e chi non ha niente e il Covid, spinge ancor di più questo processo di allontanamento. E allora come facciamo a invertire la tendenza?
Partendo dal piccolo, dalla famiglia, dalle amicizie, dai così sottovalutati vicini di casa. C’è bisogno di aiutarsi, di non lasciare solo nessuno, ma soprattutto di non lasciar indietro nessuno. C’è una regola tra le comunità economiche che si formano tra paesi differenti, come l’Europa per esempio. Ogni stato è rappresentato come una nave. Le navi formano un convoglio in movimento e devono, tutte quante, viaggiare alla stessa velocità, per non rimanere indietro. Se una di esse piano piano rallenta e si distanzia dalle altre, viene abbandonata al suo destino, al fallimento. Lo abbiamo già visto in passato cosa succede agli stati che restano indietro. Ecco, non comportiamoci così, non chiudiamoci a riccio, guardando solo il nostro, restiamo aperti agli altri, che probabilmente soffrono quanto se non più di noi. Un cambiamento nella base, si rifletterà col passare degli anni anche nel cambiamento delle istituzioni, generazioni di figli educati alla gentilezza e all’aiuto del prossimo, faranno si che un domani, non lasciare indietro nessuno, diventi la regola e non l’eccezione. Buona domenica.