Quando leggo una notizia che parla di stupro, chiunque siano la vittima e l’aggressore, resto sempre un po’ amareggiato. L’argomento viene affrontato ogni volta in maniera superficiale, spesso plateale, finendo per essere strumentalizzato, come del resto quasi tutti i temi trattati sui giornali, in decine di modi diversi. I giornalisti, gli opinionisti, i blogger, invece di limitarsi a raccontare il fatto, svendono puntualmente le loro opinioni personali, spesso basate sul niente, e a me la cosa, soprattutto in questi casi così delicati, irrita, proprio tanto.
Mi spiego meglio. Nel momento in cui vengo a conoscenza di uno stupro, ne percepisco l’orrore, la violenza, la rabbia, sento il desiderio di combattere perché vicende così non si verifichino più e provo tristezza, verso la vittima e i suoi familiari. Tuttavia, nonostante lo sdegno, non sento il bisogno di lanciarmi in giudizi e critiche assurde verso l’aggressore o la vittima, questo perché non solo il più delle volte non conosco i fatti direttamente, come la maggior parte delle persone che si occupano di queste vicende, ma soprattutto perché appunto sono situazioni molto complesse e delicate, che solo la magistratura può trattare con competenza.
Inoltre, nessuno sa, forse un po’ per comodo, ma più probabilmente a causa delle droghe e dell’alcool, come si dipanano realmente queste vicende. Spesso non lo sa nemmeno la vittima come si sono svolti realmente i fatti e non soltanto per il possibile abuso di alcool e droghe o per effetto di qualche sostanza somministratale dal suo aggressore, ma perché lo shock, può far si che si creino false memorie e che di conseguenza si ricordino particolari ed eventi che nella realtà non sono avvenuti, come dimostrano molti lavori scientifici sull’argomento. Se ci riflettiamo possiamo rendercene conto velocemente, dei tranelli che la memoria ci tende, succede a chiunque, nella vita di tutti i giorni, di accorgersi che i ricordi siano una ricostruzione fittizia di avvenimenti del passato, figuriamoci quindi se parliamo di episodi ad alto stress emotivo.
Quando avviene uno stupro, i giornalisti dovrebbero limitarsi a raccontare il fatto ed esigere giustizia. Tutte le polemiche che girano intorno a questo argomento incentrate su: vestiti, luoghi, persone, scusanti, contribuiscono solo a rendere ridondante il problema fino a far sì, che i lettori sviluppino un’assuefazione alla tematica in questione, fino a far sì, che nella gente si formino idee strane – ma la ragazza lo ha provocato, ma aveva una gonna, ma si era drogata o ubriacata, lo voleva anche lei – tutte cose che con lo stupro in sé stesso non c’entrano un cazzo. Io ti chiedo di far sesso, o ci provo, tu dici di no e ti opponi, io faccio come cazzo mi pare, approfitto del tuo essere meno forte e prendo ciò che voglio contro il tuo volere, questo è lo stupro, tutto il resto non conta assolutamente niente a meno che uno non si occupi del caso in veste ufficiale. La vicenda è molto lineare e con altrettanta linearità e velocità deve essere punita, con le relative aggravanti dovute al caso specifico e ovviamente dopo aver svolto le dovute indagini, perché mitomani ce ne sono tanti e come è vero che il fenomeno stupri è molto frequente è vero anche che frequentemente possiamo imbatterci in persone che millantano cose non avvenute.
Quelli che si occupano di queste vicende per lavoro e non, nello specifico: giornalisti, opinionisti, blogger, scrittori, invece, parlano, parlano e straparlano. Durante i loro voli pindarici, si immedesimano talmente tanto nelle vicende trattate, da diventare loro stessi la vittima dello stupro o l’aggressore, a seconda che vogliano attirare il favore delle donne, degli uomini o delle persone di un certo orientamento politico, piuttosto che un altro. Vomitano articoli che non dicono un cazzo eccetto far simpatizzare il lettore con uno dei due o più protagonisti coinvolti nella vicenda. A volte per arrivare a questo scopo, che poi ha come unico fine alimentare la polemica, per attirare l’attenzione del popolo del web verso un determinato giornale o articolo, nel loro narrare arrivano quasi al paradosso, all’assurdo.
Io non so se voi ci riuscite, ma per me, non essendo mai stato stuprato e soprattutto non avendo mai violentato nessuno, è difficile, anche empaticamente parlando, immedesimarmi completamente nella vittima o nell’aggressore, ho solo un’idea distorta di quanto orribile possa essere trovarsi in una situazione del genere. Ecco come fanno questi giornalisti a immedesimarsi così? Feltri, come fa a sapere, per esempio, che far sesso con una donna non consenziente è più faticoso che farlo con una consenziente? A molta gente Feltri fa schifo per quello che dice, a me lui, come del resto chi ritrasmette il suo messaggio gridando allo sdegno, amplificando la polemica e facendo il suo gioco, hanno proprio rotto i coglioni. Non si può andar avanti così, strumentalizzando argomenti come lo stupro, per favorire questo tipo di giornalismo del click e continuando di conseguenza a stuprare il giornalismo stesso.