Giorni di festa e riposo. Le ore filano via schiave delle poche attività che mi limito a fare, sforzo mentale minimo, sforzo fisico praticamente inesistente. Lo spazio è ridotto ai minimi termini: salone, cucina, bagno, il resto della casa vive nell’attesa di rivedermi passare. Vicino al divano ho impilato una serie di libri che devo assolutamente leggere, qualche articolo scientifico che mi interessa in maniera particolare e quaderni su cui annoto appunti sconnessi. A tutto questo dedico però poca attenzione, molta di più alla musica e ai vecchi film che per tradizione torno a guardare, quasi cercassi conforto tra le braccia dei grandi registi.

Il telefono fisso squilla spesso, ma non rispondo mai, gli amici più cari mi cercano esclusivamente sul telefonino, quindi chi chiama vuole indubbiamente vendermi qualcosa. Da quando ho installato la linea telefonica hanno cercato di propormi nell’ordine: Polizze assicurative, contratti telefonici, auto, biciclette elettriche, computer, formaggi, vini e un Folletto Vorwerk. La dinamica è sempre la stessa – Buongiorno Monsieur Cimonsini vorremmo proporvi un nuovo contratto assicurativo… – dicono – Non capisco il francese sono italiano, sono arrivato qui da pochi giorni…non chiamate più! – ribatto, quando distratto da altri pensieri prendo il telefono e rispondo automaticamente, dopodiché attacco.

Il mondo esterno riesce spesso ad essere inquietante. Tutta questa brama di vendere oggetti e servizi di uso comune, ad ogni costo, tanto da invadere non solo la navigazione su Internet o la posta elettronica, ma perfino l’intimità più assoluta, quella della casa, dove se si è completamente disconnessi dal web, a volte capita di prendersi un attimo di pausa perfino da quello, qualcuno tenta ugualmente di raggiungerti tramite telefono, è assurda, terribile, non c’è limite alla sfacciataggine di certe aziende.

L’ultima volta in cui ho risposto ad una chiamata giunta all’apparecchio fisso è stato la mattina di Natale. Ho pensato stupidamente che qualcuno mi stesse chiamando per gli auguri e invece – Buongiorno, vi chiamo per proporvi una polizza di assicurazione sulla vita…abbiamo delle fantastiche offerte di Natale… – la voce avvenente di una donna ha penetrato in maniera invadente il mio orecchio ancora addormentato – Senta io non sono fr… – ho provato a rispondere – Sono sicura che tra i nostri pacchetti ce ne sono senz’altro alcuni che vi interessano… – ha continuato la donna ignorando completamente la mia risposta – Si ma vede io… – ho provato a controbattere nuovamente – Dunque vediamo voi quanti anni avete? Dove risiedete? Avete famiglia? Un figlio? Che lavoro fa? Avete malattie particolari? Avete… – ha detto, continuando imperterrita a violentare il mio organo uditivo in maniera incredibilmente violenta, senza nemmeno prendere fiato – Senta, prima di tutto buon Natale e poi vaffanculo… – ho risposto con tono gentile – Ha ragione…buon Natale anche a voi Monsieur Cimonsini… dunque come vi dicevo… – ha continuato quasi automaticamente, prima che ponessi fine a quella chiamata e la lasciassi alla sua prossima vittima – Chissà se ha recepito il vaffanculo… – mi son chiesto mentre con passo lento mi dirigevo nuovamente verso il divano, promettendo a me stesso di non rispondere mai più a quel cazzo di telefono.

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