Perso nell’incanto del sabato mattina, tempesta da poco placata, sole e sereno all’orizzonte, cielo azzurro in divenire, mi chiedo chi sono, ma non ottengo risposta. Saltando giù dal letto, i piedi ben piantati sul tappeto, accenno qualche esercizio ginnico, rapido controllo dello stato di salute del mio corpo reduce da una settimana di malattia. Esito: dolori ovunque – Crisi del pensiero e corpo a pezzi…son proprio messo bene… – penso, scuotendo la testa.
Mi lascio ricadere sul letto, di schiena, le braccia aperte, crocifissione invisibile. Lo stomaco borbotta qualcosa nel silenzio della stanza, parrebbe un brontolio, un’invito più che chiaro a metter qualcosa sotto i denti, visto che da giorni oramai ho ridotto il consumo di cibo al minimo indispensabile.
Guardo il soffitto, cerco idee, volo tra i pensieri, ripercorro i sogni della notte appena passata, appuntati diligentemente poco fa, appena ho aperto gli occhi, nel quadernetto verde appoggiato sul comodino di fianco al letto. Un’improvviso crampo allo stomaco mi distoglie dal pensiero di me appoggiato alla balaustra del ponte di una nave, nel bel mezzo di una tempesta terribile, le onde verdi altissime che sfilano davanti ai miei occhi impauriti, gli schizzi salati sulla mia testa e sul viso – Sì devo prepararmi una colazione… – penso, tornando al presente e ritrovandomi nella tranquillità della mia camera.
C’è qualcosa di assurdamente attraente nell’attività onirica prodotta nei periodi di malattia, quando la febbre è più alta, è quasi come se i sogni si facessero ancor più nitidi, più reali di quello che normalmente sembrano, è come se l’immersione, all’interno di essi, fosse completa, una nuova realtà localizzata in un altro dove, in un altro quando. Resto sempre affascinato da ciò che il nostro cervello può produrre, dagli incredibili costrutti cinematografici che i complessi meccanismi neurali possono allestire.
Mi alzo dal letto e mi sposto in cucina – Un paio di uova con il bacon basteranno a placare per qualche ora l’appetito… – penso, guardando sconsolato la miseria del mio frigorifero. Preparo il caffè e accendo la cnn, dopo gli avvenimenti di Capitol Hill il mondo intero ha paura che Trump possa perdere completamente la testa, i democratici in particolare, chiedono che il presidente venga privato dei suoi poteri, che restituisca i codici delle armi atomiche. Incubi ad occhi aperti, il destino di miliardi di persone sulle dita di un solo uomo, c’è qualcosa che non va nella nostra odierna società. Com’era quella vecchia massima d’Annunziana – Non vogliamo più la verità! Dateci il sogno! Riposo non avremo se non nelle ombre dell’ignoto! – ecco proprio quella.