Non fu possibile incontrarti, quando ebbi il coraggio, ma soprattutto la voglia di farlo. Tu partito con la prima nave verso lidi a me sconosciuti, io fermo su passerelle di moli lontani, in città anonime affacciate su mari spesso in tempesta, mondi lontanissimi, universi paralleli non comunicanti. Eppure ricordo che ci provai, appena seppi, a raggiungere il molo quattordici, l’ultimo in fondo al porto, ma il poco tempo e le cime gettate a terra in malo modo, a chieder di saltare per non cadere, ostacoli inaspettati sul mio percorso, fecero sì che arrivassi in ritardo, quando la nave era oramai lontana.
Un vecchio marinaio dai capelli grigi, impegnato a rimuovere una grande lisca di pesce dal fianco della sua barca a remi, forse incuriosito dalla mia corsa, alzò la testa e mi guardò negli occhi, non disse niente, si chinò nuovamente qualche secondo dopo, ricominciando a tagliare la corda che fissava lo scheletro al legno rovinato dal sale e dall’umidità, utilizzando un coltellaccio arrugginito. Io mi sedetti poco distante da lui, a guardare la nave lontana, puntino all’orizzonte ricolmo di vite, pensieri, ideali, speranze, nevrosi e chissà quant’altro di nascosto in quell’ammasso di cervelli, valigie e casse di legno stipati nelle cabine e nella stiva.
Un enorme gabbiano volò nel cielo azzurro e atterrò a qualche metro dal vecchio, interessato probabilmente al suo trofeo di lische. I gabbiani sono esseri inquietanti, il loro modo di volare, quello sguardo perso e allo stesso tempo angosciante, il colore giallo che caratterizza le loro iridi e poi, quella macchietta rossa sul becco, all’altezza dell’angolo gonidale, che sembra sangue, che da l’impressione che l’uccello abbia da poco becchettato il cadavere di qualcuno.
Rabbrividii quando per caso incrociai il suo sguardo, lui in tutta risposta, come a provocare in me un ulteriore timore, zampettò istericamente, avvicinandosi. Il vecchio infilò una mano in un secchio di plastica rosso, agguantò qualcosa e lo lanciò verso l’uccello, interiora di pesce probabilmente. Il volatile prontamente le afferrò, dopodiché volò via lontano, scomparendo rapidamente nel cielo azzurro, mentre da sud-est una leggera brezza calda annunciava il levarsi dello Scirocco o Ghibli, nel caso foste Siriani o Contiani.