Sono ore che scrivo e cancello questo pezzo. Gli argomenti si accavallano, tante sarebbero le cose di cui parlare, ma oggi mi trovo in uno stato d’animo assurdo, per non dire enigmatico, percepisco una strana confusione mentale, informazioni che non posso ordinare, che fatico a mettere nero su bianco, non riesco a tirar fuori niente di concreto. 

È così che funziona, o meglio, è così che a volte non funziona. C’è chi perde la memoria, chi non ricorda dove mette le cose, gli appuntamenti, i nomi delle persone, io perdo i pensieri e percepisco il vuoto all’interno della mia testa, un vuoto inquietante, un balcone affacciato su un’oscurità infinita. 

Niente da dire, niente da fare, resto disteso sul divano ad attendere che la domenica finisca, che i pezzi del mio puzzle mentale tornino tutti al loro posto, restituendomi una visione nitida, più chiara, dei miei pensieri. 

La percepisco così, questa situazione, questo stato d’animo, come il pittore che improvvisamente, sedendosi davanti alla tela bianca, dimentica ciò che voleva dipingere e ha come uniche opzioni: macchiare o squarciare la tela, oppure raccontare onestamente se stesso, la propria confusione, per poter così ritrovare il bandolo della matassa, lo scopo, il fine ultimo della sua esistenza.

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