Il giorno che nasce, lento e sornione, si stende davanti a me. Tranquillità, caffè caldo, croissant, Bollani che suona il piano, qualche notizia letta di sfuggita sul giornale, la pioggia che cade, rumori lontani, agitazione che in queste ore non mi appartiene. I pensieri scivolano via, lontano da qui, il tempo sembra quasi essersi fermato, in un istante diventato improvvisamente infinito.
Mi interrogo su certi eventi, discussioni, idee e converso con me stesso a proposito di alcuni scritti comparsi alla mia coscienza in questi ultimi pomeriggi, parole incredibili che forse si trasformeranno in qualcosa, un racconto, un libro, un biglietto erotico spedito insieme a qualche dozzina di rose rosse, all’indirizzo di qualche sconosciuta incontrata in treno, mentre mi recavo da nessuna parte.
Sogni, croce e delizia della vita, diventati improvvisamente schiavi di parole incatenate a un foglio di carta bianco, che adesso giace inerme sul tavolo della sala da pranzo, di fianco alla tazza di caffè caldo e a qualche croissant acquistato alla boulangerie vicino casa.
Charlotte, la moglie di Paul, il panettiere, me ne regala sempre un paio in più, rispetto al numero che effettivamente chiedo. Eccole, le gioie nascoste tra le pieghe della vita, profumate di pane caldo, zucchero, farine e gentilezza, piacere reciproco di un sorriso, un’incursione amorevole degli altri nella propria vita. Il solletico della felicità, in un mattino diverso dagli altri, nascondiglio ideale per sorprese inattese che spero, non tarderanno ad arrivare.
La pioggia continua a cadere, imperterrita, in perfetta sinfonia con le dita di Bollani che scivolano sui tasti del pianoforte, come fossero parole, ricordi, sogni, i miei pensieri, che oramai, chissà dove saranno arrivati, nel loro muoversi fuori dal tempo e dallo spazio, sfiorando mari, prati, nuvole e cieli ora in tempesta, ora sereni.
Mi fermo, chiudo gli occhi, posso sentirli bussare alla tua porta e aspettare tranquilli il momento in cui aprirai, se mai lo farai, se mai esisti, se mai ti scioglierai con loro in un abbraccio, per lasciarti trasportare fino a me.