Così in questo giorno di sole, scelgo la tranquillità della campagna e abbandono il caos cittadino, opto per la solitudine che si stende tra i campi, qualche contadino, gli uccelli che volano nel cielo azzurro, il fruscio degli alberi, rumori lontani indistinguibili. 

Vengo qui ogni volta che posso, ripostiglio segreto, dove nascondo le armi con cui combattere la mia guerra personale contro la società di cui faccio parte: pazienza, perseveranza, amore, passione e tanto altro che non sto qui ad elencare.

Stendo i miei passi in viottoli erbosi, dispersi tra colline verdi che ricordano quelle della mia lontana Toscana. Tracce mnemoniche mi guidano, sono qui, in Francia, ma mi muovo altrove, nei luoghi della mia infanzia. Realtà virtuale senza alcun bisogno di visori o altre diavolerie elettroniche, la mia immaginazione, niente di più sofisticato è mai stato costruito.

Questo attaccamento alla mia terra, mi salva spesso dalla perdizione più totale, dal timore di non riconoscere più quella parte di me che, nonostante i cambiamenti giornalieri, resta intatta, filo rosso di connessione tra il giorno della mia nascita e il presente. È un bene? Non lo so, ma ho bisogno di un punto a cui fare riferimento, per non smarrirmi completamente nei miei deliri mentali, frammentari, distorti.

Mi perdo tra campi, ruscelli, boschi, qualche cavallo, un cane che abbaia, mucche al pascolo, un airone, una poiana, gabbiani che dal mare poco distante si spingono fino a qui, nella campagna provenzale, che aspetta impaziente di vestirsi ancora di viola, profumarsi di lavanda, distinguersi dal resto del mondo.

Individualità che rinasce, a poco a poco, ricercata, voluta, pretesa e perché no, anche dovuta. La natura che esplode nuovamente, rinnovamento, il maggio che lentamente si avvicina e, nascosto in una delle scatole sistemate in questo mio ripostiglio personale, il coraggio. 

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