Spiaggia in tempesta, inferno per marinai, temerari esploratori, per me, che non sapendo cosa fare in casa, sono uscito, nonostante il cielo nero, nonostante i fulmini, i tuoni, nonostante la pioggia.
Mare oscuro, onde alte, piedi nudi che si muovono lenti, sabbia che cede al peso, anima che affonda, pungolata da pietruzze e conchiglie nascoste tra i granelli. Inferni così, per marinai, esploratori temerari, per me, che sogno di viaggi infiniti, avventure, smarrimenti terrestri senza ritorno alcuno, forse, morte.
Guardo l’immensa distesa d’acqua, che sembra non trovar pace. È in giorni come questo che l’universo si tradisce, che si mostra per quello che è, illusione di coerenza. È in giorni come questo che il mistero si rivela agli occhi dell’osservatore, sipario strappato, verità ultima della vita, della morte.
Chiudo gli occhi, la pioggia cade, bagna i miei vestiti, attraversa la stoffa, raggiunge la mia pelle, penetra all’interno del mio corpo. Brividi lo percorrono, frustate per l’anima, punizioni corporee lunghe da qui all’eternità, inferno per marinai, temerari esploratori, per gente come me, irrequieta, che non riesce a trovar pace, che non riesce a incastrarsi nell’illusoria coerenza universale.
Apro gli occhi, e per un tempo indefinito lo vedo, il nulla tutto intorno a me. Niente mare, niente spiaggia, niente scogliere lontane, case, palazzi, alberi, strade, auto, persone, tutto svanito, ed io, uno sguardo fuori dal corpo, anch’esso scomparso, ovunque, il buio.
Poi, come in risposta all’angoscia devastante e improvvisa che mi ha avvolto, tutto torna a stamparsi sul mio campo visivo, quasi fosse uno schermo cinematografico. Davanti a me, sfilano adesso, tutte le cose della terra, la città infernale e la spiaggia, ultimo baluardo tra il nostro essere e la grande distesa d’acqua irrequieta, tempesta, inferno per marinai, temerari esploratori, per me, che vago così, nel nulla che diventa tutto, ultimo e unico segreto posto a sigillare il nostro cranio, a imprigionare il nostro cervello, ricercatore instancabile del senso delle cose, senza senso.