Domenica mattina, un fiore rosso appena sbocciato mi racconta di te, molecole che ti appartengono nascoste tra i suoi petali, nascoste dentro me, il mio cuore che batte veloce, emozione di un incontro insperato, inatteso, voluto, dovuto, cicale che cantano, api che ronzano intorno alla lavanda in fiore, estate provençale, sorrido, chiudo gli occhi, respiro profondamente i profumi, te ne sei andata trent’anni fa e da allora, sei diventata il tutto che circonda la mia esistenza, tristezza e felicità che si alternano al ritmo del nostro essere, del nostro esistere nell’esistenza, connubio perfetto, vortice inesauribile, infinito respiro, miraggio di divinità, un gallo che canta ad annunciare la nascita di questo nuovo giorno, ad annunciare la tua venuta, io che alzo il viso al cielo, apro gli occhi, la luce del sole a sfondarmi le retine, dolore, e poi, colori che si alternano, ombre strane, indefinite, cunicolo psichedelico all’interno del quale scivolo a gran velocità, viaggio nel viaggio, cado giù, tra le tue braccia, urlo, piango, bambino in fasce, il seno a darmi conforto, a nutrirmi, tu che canti una canzone che da tanto, troppo tempo, le mie orecchie non odono più, io che mi calmo e lentamente, il tuo capezzolo ancora tra le labbra, mi addormento, mi lascio andare a un sonno profondo. 

Risveglio improvviso, cuore che batte veloce, sudore freddo a imperlare la mia fronte, e in bocca, sapore di latte materno. Sognarti, ritrovarti, conforto nello sconforto. Mi alzo, mi guardo intorno, trent’anni son passati dall’ultima volta in cui ci siamo visti, sfiorati, trent’anni son passati dal giorno in cui siamo sfioriti. Frastornato, apro la porta finestra che da sul giardino e scalzo, in mutande, esco fuori. 

Un fiore rosso, appena sbocciato, attrae la mia attenzione, mi avvicino, lo osservo minuziosamente, prima di chiudere gli occhi, respirarne l’odore, sorridere, un istante che dura un’infinità e poi, i petali, la lavanda, le api, il gallo che canta, il cielo azzurro, il sole, un vortice incredibile di sensazioni che si susseguono e davanti a me, tu, il sorriso sul tuo volto, miraggio, mi vieni incontro, mi abbracci, ti abbraccio, accarezzo la tua schiena con le mani, respiro il tuo odore, perdo i sensi, apro gli occhi, un nuovo risveglio. Domenica mattina.

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