Creo costantemente sogni, incubi, realtà differenti da quella che vivo, o che non vivo, linee che si allungano in parallelo allo sciogliersi delle mie giornate, mattini, pomeriggi, sere, notti, e poi, ricominciare da capo, infinito dipanarsi dell’esistenza, incertezza dettata dal non saper cosa accadrà tra un istante, dal non saper quando essa, l’esistenza, si arresterà, o trasformerà in qualcos’altro, e nel secondo caso, in che cosa si trasformerà, turbine surreale di battiti cardiaci, volteggiare libero tra un respiro e l’altro, materializzarsi di pensieri immateriali, memoria che costruisce ininterrottamente false verità, esitazione nel mettere in atto il prossimo movimento, nell’assumere una nuova posizione, una nuova espressione facciale, nel prendere la prossima decisione, sull’adattarsi al momento che arriverà, potrei scriverci un trattato, ma non lo farò, preferisco scivolare nello sconforto, piuttosto che nell’illusione di credere, di poter esercitare un controllo totale sulla mia esistenza, cosa che peraltro ho fatto spesso nell’arco della mia permanenza sulla terra – Troppo difficile non indulgere in certi appetiti, a certe tentazioni… – penso, mentre ripercorro a ritroso tutti i momenti in cui ho creduto, o piuttosto, mi sono convinto, di poter controllare tutto ciò che succedeva intorno, dentro me, sorrido, scuoto la testa, puzza di bruciato che sfonda le mie narici –  Il diavolo non deve essere troppo lontano… – penso ancora, cercando di comprendere da dove arrivi quel terribile odore, visto che tutte le finestre di casa sono chiuse, i fornelli spenti, il tostapane, il forno e il forno a microonde anche, dato che non cucino niente da giorni – Solo il diavolo può celarsi dietro a questa puzza… – dico a voce alta, pensando alla relazione, o meglio, alla connessione, tra le riflessioni che facevo poco fa, il maligno, e l’odore che ha invaso il mio appartamento e che, minuto dopo minuto, si fa sempre più forte, sempre più invadente, intenso, mi sfonda il cervello, mi impedisce di pensare, mentre mi muovo come un pazzo per casa a cercarne l’origine, mentre apro ad una ad una le finestre, le porte, e una leggera, fresca, profumata, brezza estiva, senza chiedere permesso, si infila in casa, riempie la camera, il bagno, l’immenso salone, lo studio, spazza via quel terribile odore, le tentazioni, le incertezze, le paure, spazza via i miei pensieri e con loro me, lasciando solo la mia essenza passata, labile traccia del mio passaggio in quel lembo di universo, in quel momento d’esistenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *