Ci son giorni così, come questo giovedì, nuvole scure, qualche raggio di sole, colori opachi, meteorologiche malinconie, un po’ di tristezza ad avvolgermi, oltre questo strato di cellophane, un mondo sfocato, percezioni distorte, chiudo gli occhi, ho un fremito al cuore, buon vecchio cuore, paure antiche percorrono la mia schiena sotto forma di brividi, non posso muovere un passo, bloccato, attendo, un altro respiro, solo un altro respiro, e poi, universo, e niente più.
Ci son giorni così, come questo giovedì, apro gli occhi, mi guardo intorno, la casa, i libri, i miei scritti, tutto improvvisamente prende fuoco, fiamme, fiamme, fiamme ovunque, e poi, cenere, cenere, cenere ovunque, al di là del prossimo istante, solo quello che fu, il niente, emblema ultimo di ciò che sarà, io che cerco di scappare, io che provo a saltare il fuoco, invano, e brucio, calore, dolore, oltre il prossimo istante, solo il mio corpo carbonizzato, oltre il prossimo istante, solo una domanda a risuonare in tutti gli angoli di questo infinito universo: Ho dato tutto quello che potevo dare?
Un tuono, un lampo, e poi, la pioggia, un po’ di vento a far vibrare i vetri della mia finestra, chiudo gli occhi, mi avvolgo nelle coperte, giorni così, come questo giovedì, gocce, gocce, gocce, frammenti, oltre il prossimo pensiero, oltre il prossimo attimo, desiderio di tranquillità, ricerca di pace.
Respiro profondamente, prendo coraggio, apro gli occhi, mi guardo intorno, la casa non è avvolta dalle fiamme, ma la puzza di bruciato è talmente forte da invadermi il cervello, comprimerlo contro le ossa del cranio, dolore alle tempie, infilo la testa sotto il cuscino, grido.
Ci son giorni così, come questo giovedì, io che mi addormento nuovamente, il dolore che lentamente scivola altrove, e mi perdo in un sogno, in un ricordo, in un pensiero lontano, altre esistenze, altre situazioni, io che cammino tranquillamente all’interno di un bosco, mi perdo tra gli arbusti, tranquillità, pace, oltre il prossimo passo steso, un raggio di sole, spada di luce che taglia in due il mio campo visivo, idea delicata che improvvisamente illumina la mia coscienza, io che mi fermo, attendo, un altro respiro, solo un altro respiro, e poi, universo, amore, e niente più.