Domenica, qualcosa di delicato mi avvolge, un pensiero, un profumo, un suono, strada mai vista prima che si allunga di fronte a me, porta lontano, molto lontano, forse, troppo lontano, io che stendo un passo, un altro passo, il futuro che, mentre cammino, si allunga dietro di me, passato che si allarga e ingloba il mio presente, passente che si estende di fronte ai miei occhi, lo vedo, nitido, lo attraverso, scene, scene, scene, situazioni, episodi, percezioni, sensazioni, ad ogni passo steso, pezzi di me che si perdono nell’aria, cellule, molecole infinitesimali, un tempo parte integrante del mio vissuto che, nell’adesso, si disperdono, si confondono con il resto dell’universo, con il resto di me.

Domenica, un soffio di vento, un soffio di esistenza, fruscii strani, cielo azzurro, temperature che si abbassano lievemente, chiudo le palpebre, le apro, tranquillità, delicatezza, forse un po’ di ossessione, indubbiamente spensieratezza, un passo, un altro passo, piedi che diventano a poco a poco più leggeri, pesantezza che scompare, io che improvvisamente, volo via lontano, l’aria che mi avvolge, l’aria che mi sostiene, leggerezza, oltre il prossimo batter d’ali, batter di cuore, la passione, l’amore.

Domenica, un sogno, un soffio di dolcezza, un pensiero, debolezza che mi accarezza le palpebre, nel momento in cui le apro, e ritorno alla vita, nel momento in cui le apro, e l’universo mi invade, mi penetra, mi stringe, come a chiedermi: dove sei stato tutto questo tempo? Domanda retorica di colui che sa, ma non dice, di colui che sa, ma attende ugualmente una risposta, per sfida, per divertimento, perché no, per amore.

Domenica così, mi stiracchio, muovo la lingua, la bocca impastata, mi stropiccio gli occhi, mi gratto la testa, osservo l’universo, in silenzio, lo esploro minuziosamente, a carpirne i dettagli, a cercar di notare cosa sia cambiato in lui nel tempo in cui sono stato via, a cercar di capire se sia cambiato in meglio o in peggio, e poi, mi siedo sul bordo del letto, mi passo le mani sul viso, tra i capelli, mi abbraccio, sospiro, guardandolo negli occhi, rispondo alla sua domanda: e dove vuoi che sia stato…sono stato innamorato…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *