Livia è tornata a scuola oggi. Non l’ho accompagnata io, c’era la mamma, che poi, subito dopo averla portata in classe, mi ha mandato un messaggio raccontandomi quanto fosse contenta di rivedere i propri compagni e la maestra. Ne sono stato felice. Sono stati mesi strani, difficili per tutti, ma abbiamo avuto fortuna e siamo qui a raccontarcelo, non è poco. Noi abbiamo passato un sacco di tempo insieme durante questo periodo, probabilmente più di quanto ne avremmo passato se il Covid-19 non ci fosse mai stato, ed io questo tempo l’ho preso come una grande opportunità, come se qualcuno mi avesse fatto il regalo di poter recuperare qualcosa che mi ero perso.
Da inizio marzo fino a oggi, siamo stati praticamente tutti i giorni insieme. Le ho insegnato i numeri, le lettere, a scrivere e abbiamo anche cominciato a leggere un po’. L’ho fatto per tre motivi, il primo è che raramente le faccio vedere la tv, anche se abbiamo imparato ad amare i documentari di Cosmos, la serie di Neil deGrasse Tyson ovviamente non l’originale di Carl Sagan purtroppo e quelli di Our Planet. Il secondo motivo è che giocare tutto il tempo, soprattutto con le bambole, mi annoia mortalmente. Il terzo è figlio del mio egocentrismo e della mia mania di protagonismo, mi piace da morire quando fa l’elenco di quello che il papà gli ha insegnato a fare. Passare il tempo insegnandole quello che so, equivale nella mia mente non solo a farle dono delle due cose più importanti che possiedo in questa vita, la mia conoscenza e il mio tempo appunto, ma anche ad esser certo che tutto ciò resterà impresso nella sua coscienza. Perché se da un lato, non ricorderà tutte le ore che abbiamo passato insieme, dall’altro ricorderà certamente quello che le ho insegnato e da qualche parte in quel suo cervellino fatto di agglomerati neurali in via di sviluppo si conserveranno tutte le nostre lezioni.
Oggi Livia è tornata in classe, ed è importante, perché apprendere ed evolversi, motivo per il quale ancora oggi andiamo a scuola anche se in molti se lo sono dimenticato, non vuol dire soltanto imparare a leggere, a scrivere, a contare e a conoscere la nostra storia, vuol dire partecipare alla nostra realtà sociale e culturale. Come dice lo storico e saggista Yuval Noah Harari nei suoi libri: Sapiens, Homo deus, e 21 lezioni per il XXI secolo, volumi che vi consiglio di leggere se ancora non l’avete fatto, la vera evoluzione dell’uomo del nostro tempo non si esprime nella tecnologia che possediamo e in quello che siamo riusciti a inventare, bensì nella società stessa di cui facciamo parte e che abbiamo costruito con fatica attraverso i secoli. Senza la società che abbiamo intorno, noi non esisteremmo, questa è la nostra più grande conquista ed è necessario che i nostri figli lo imparino fin da piccoli. Per questo è importante che Livia, così come tutti gli altri studenti, abbia ricominciato ad andare a scuola, anche se solo per pochi giorni, prima dell’inizio delle vacanze estive. Mi sarebbe piaciuto che anche in Italia avessero fatto manovre simili, ciò non è stato e non ne capisco il perché. Spero che la scuola in futuro diventi un punto centrale per i nostri politici e più in generale per quelli di tutti gli altri paesi, perché senza una buona educazione sociale, il nostro mondo non può migliorare come vorremmo.
Mia figlia è un animale sociale, le piace la compagnia, ama stare con gli altri, probabilmente per questo stamane, era così felice di rientrare a scuola e rivedere tutti coloro che fanno parte del suo vivere quotidiano. Voglio dire, dopo quattro mesi passati a dividersi tra la casa della mamma e quella del papà, sarà stato come respirare aria nuova. Lei frequenta il primo anno della scuola materna ed è una vera perfettina rompipalle. Me la immagino appena rientrata che domanda alle sue amichette e ai suoi amichetti cosa hanno fatto e vomita subito tutto quello che ha imparato insieme a me, dimostrando che sa scrivere e che sa leggere. Me la immagino che si pavoneggia con gli altri, facendo l’Hermione Granger de noantri. Io vado a prenderla tra poco all’uscita di scuola e so già che mi farò delle grandi risate ascoltando le sue storie…che posso farci, a me i nostri pomeriggi insieme durante il confinamento mancano già tantissimo.