Il sogno di ogni viaggiatore, che si trovi a percorrere un tragitto in aereo, è quello di scendere immediatamente, appena il velivolo atterra sulla pista. I motivi sono molteplici, dal bisogno impellente di andare al bagno al semplice fatto che dopo ore di volo, non se ne può più di stare seduti e si sente il bisogno di sgranchirsi un po’ le gambe. La voglia di lasciare il mezzo e fiondarsi in aeroporto, cresce in maniera proporzionale con la distanza percorsa dall’aeromobile, ma non solo, giocano un ruolo importante anche la comodità delle sedie, il numero delle persone che si trovano a bordo e la stagione in cui si viaggia. Purtroppo, per ovvi motivi, non succede mai di scendere immediatamente e dal momento in cui le ruote toccano la pista, passano da un minimo di venti minuti a un massimo di un ora, salvo problemi tecnici, prima che un passeggero possa finalmente uscire. Durante questo periodo ovviamente, l’aereo riduce al minimo i consumi, l’aria all’interno della cabina si fa pesante, le temperature si alzano, in particolar modo in estate, e quel luogo diventa improvvisamente un vero e proprio inferno.
Non credo esista passeggero al mondo che, viaggiando in aereo durante il periodo estivo, non abbia pensato al momento dell’atterraggio, quando l’attesa per lo sbarco si faceva particolarmente lunga, di aprire le porte di sicurezza e uscire fuori in barba a comandanti, hostess e sicurezze varie. Il motivo per il quale nessuno di noi lo ha mai fatto è legato alla parte del nostro cervello, quella frontale, che ci fornisce dei freni inibitori necessari a poter convivere in una società complessa come la nostra, rispettando la moltitudine di regole sociali e comportamentali che abbiamo creato, per vivere in armonia con noi stessi e col prossimo. Così quando nella nostra mente, si è formata la malsana idea, subito, grazie al nostro lobo frontale, ci siamo fermati, pensando alle dirette conseguenze della stessa. Questa parte del cervello, si sviluppa ovviamente con la nostra crescita, per questo, di norma, i bambini sono molto meno capaci di noi a contenersi e a rispettare le regole che gli vengono imposte.
Il caso della donna, che nell’attesa di uscire dall’aereo, subito dopo l’atterraggio, colta dal caldo, apre la porta di sicurezza e va a passeggiare sull’ala, non solo è una situazione fotocopia di un fatto simile avvenuto l’anno scorso, ma non mi stupisce affatto, anzi fa riflettere.
Ovunque mi volti, vedo persone che non sono più in grado di rispettare le regole, noi adulti siamo sempre più simili a bambini, incapaci di avere freni inibitori. Come bambini testiamo amici, parenti, conoscenti su internet e regole della società, comportandoci come cazzo ci pare, senza riflettere sulle conseguenze di quello che diciamo e facciamo, almeno fin quando non ci viene verbalizzato che stiamo andando un po’ oltre.
Fino ad oggi ho sempre pensato che fosse pura furbizia, un tentativo molto maldestro, forse un po’ Boccaccesco, di trovare il modo di raggirare le regole. Questa mattina, tuttavia, leggendo di questa donna, delle polemiche per l’utilizzo delle mascherine, dell’ennesimo politico di turno che fa festini con cocaina e minorenni e ripensando a un racconto confidenziale, che un amico mi ha fatto qualche giorno fa, mi è sorto un dubbio atroce: e se il nostro cervello, in particolare il nostro lobo frontale, si stesse lentamente modificando e questi modi di fare, con i quali sempre più frequentemente ci scontriamo, ne fossero la diretta conseguenza?
Ammetterete senza dubbio anche voi, che certi comportamenti attuati da persone normali come da politici importanti, rasentano spesso l’assurdo e non si possono semplicemente spiegare, identificandoli con un menefreghismo incredibile per le regole. Di conseguenza o dobbiamo inventarci una nuova malattia, o dobbiamo per forza arrivare alla conclusione che qualcosa nel cervello umano si sta lentamente modificando. Rifletteteci.